mercoledì 12 ottobre 2022

Credimi: Io ti amo più della mia stessa vita, è per questo che l'ho donata e l'ho lasciata spegnersi fra strazianti dolori su questa croce".

 


UN CONFESSORE ... SI CONFESSA


LE TERAPIE DEL SIGNORE

L'ideale sarebbe che non ci fossero malattie, ma poiché ci sono, sarebbe una catastrofe se mancassero le cure. La realtà della vita si colloca tra questi due estremi: ci sono delle malattie, ma, grazie a Dio, per molte di queste ci sono anche le cure.

Trasferiamo il discorso dal mondo dei corpi al mondo dello spirito. L'ideale sarebbe che non ci fossero peccati, ma poiché ci sono, sarebbe una catastrofe se mancassero le cure. Anche in questo campo la realtà si colloca tra questi due estremi: i peccati ci sono, ma, grazie a Dio, non solo per molti, ma per tutti i peccati ci sono anche le cure. E parlo di "cure" al plurale perché non c'è solo la terapia d'urto della Confessione, ma ci sono anche altri rimedi.

In questa vita... uno dei rimedi più efficaci è la carità, che "copre una moltitudine di peccati" (1Pt 4, 8). La carità, intesa ovviamente non solo come offerta di denaro, ma nel senso più ampio, di donazione di sé agli altri, per amore di Dio, in qualsiasi opera di misericordia spirituale o corporale.

E poi c'è la preghiera, e poi la penitenza (cfr. Tb 12, 8-9), e poi le indulgenze. E oltre la morte... c'è il purgatorio.

Ma non è questa la sede per illustrare tali argomenti. Visto dunque che le malattie che insidiano il nostro corpo ci sono, sarebbe da stupidi non riconoscerlo e licenziare medici e infermieri e chiudere ospedali e farmacie: sarebbe una forma di suicidio collettivo.

Per la stessa ragione, visto che i peccati ci sono, è da stupidi non ricorrere alle cure che il Signore ha messo a nostra disposizione.

C'è chi non vi ricorre perché non ci crede... peggio per lui! C'è chi non vi ricorre perché non ci pensa... peggio per lui!

C'è chi non vi ricorre perché, impestato dall'orgoglio, o non si sente malato, o si crede medico di se stesso... peggio per lui!

C'è, infine, chi non vi ricorre... per timore. A questi non dico: “peggio per voi”, ma a ognuno rivolgo un caldo invito: Fermati davanti a Gesù crocifisso... guardalo... è finito là sopra, su quella croce, perché tu toccassi con mano quanto ti ama e per acquistarti dal Padre suo e tuo la grazia del perdono... Come fai a dirgli di no e a non consegnarti a Lui perché ti guarisca? Se ti rifiuti di accogliere il suo perdono gli fai un'offesa peggiore di tutti gli altri peccati che hai commesso. Va' da Lui, dagli questa gioia e digli: "Gesù, non posso accettare l'idea che Tu sia morto inutilmente, stringimi tra le tue braccia come ha fatto il padre col figlio prodigo...". E Gesù, pur tra spasimi di dolore, ti sorriderà e ti dirà: "Grazie, figlio mio, per questa gioia che mi dai. Credimi: Io ti amo più della mia stessa vita, è per questo che l'ho donata e l'ho lasciata spegnersi fra strazianti dolori su questa croce".

Don Enzo Boninsegna


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