domenica 10 settembre 2023

TRATTATO DI DEMONOLOGIA

 


MAGDA N.N., TREVIRI, GERMANIA OCCIDENTALE 1941-1945

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2. Un cumulo di enormità e nefandezze senza numero

Magda era nata in famiglia cattolica ed era cresciuta nella religione cattolica.

Causa della crisi diabolica di Magda era una maledizione lanciata contro di lei ancora bambina dalla sua nonna. La nonna aveva detto: «Possa tu crepare, non avere mai pace, i figli e i figli dei figli  siano come acqua (cioè non possa tu avere mai figli), e andare raminghi per il mondo senza riposo  fino alla morte».

Non è detto per quale motivo la nonna avesse lanciato questa tremenda maledizione alla nipotina.  Poco dopo il battesimo un demonio di nome Caino — come si seppe dopo — entrò in lei con  l’incarico di preparare il posto a un altro demonio, chiamato Giuda, che avrebbe dovuto unirsi a lui  dopo la prima comunione della ragazza, come realmente avvenne.

Si trattava dunque di una possessione diabolica di una giovane, anzi di una bambina, simile a quella ricordata dal vangelo (Mc 9,22) che gli apostoli non riuscirono a curare e poi fu portata a termine  personalmente da Gesù. Non è facile individuare un’ossessione quando si tratta di bambini. In  Magda si notarono subito fatti strani, avversione alla preghiera, sfrontatezza, spirito di ribellione,  che però, data l’età, furono in un primo tempo attribuiti a carattere, a mancanza di educazione e a  altre cause, senza potere, o volere risalire alla vera causa.

A 6 anni Magda era stata mandata, con sua grande gioia, in casa di parenti, ottima famiglia  profondamente religiosa. La sera fu recitato il santo Rosario, ma la bambina diventò tanto inquieta e nervosa, suscitando un tal putiferio, che il giorno dopo fu dovuta rimandare a casa. La sua mamma  la fece benedire dal sacerdote. Durante la benedizione fu molto inquieta e sputò contro il prete, e la mamma le diede un ceffone. Al funerale di un parente non si fermò neppure un istante nella camera, corse in giardino e cimò tutta un’aiola di violaciocche. In una stanza addobbata per il funerale trovò  un crocifisso, gli conficcò un chiodo negli occhi e nelle braccia, come fece in seguito altre volte. In  chiesa, durante la funzione religiosa, s’irrigidì talmente che la credettero morta. Chiamato un  medico, non seppe dare una spiegazione del male. La mattina dopo la bambina era nuovamente  fresca e vispa come se nulla fosse successo.

Alla prima comunione, che la ragazza ricevette sacrilegamente per essersi confessata indegnamente, come essa stessa affermò, ebbe una nuova maledizione della nonna che abitava insieme coi genitori  nella stessa casa. Poco dopo entrò nella bambina il secondo demonio, Giuda.

Da allora in poi la sua vita non fu che un susseguirsi continuo di sacrilegi e di delitti nefandi. Ne  ricordiamo alcuni.

Messa prima in una scuola di cucito fu subito mandata via per gravi monellerie. Lo stesso quando,  dopo, fu impiegata in un negozio, e poi al servizio di un medico e come domestica in una famiglia.  Una volta si conficcò un ago nel basso ventre che le fu estratto con operazione. Uscita  dall’ospedale, si ferì di nuovo e questa volta le furono tolte le ovaie per cui non poteva avere più  figli: si avverava così la maledizione della nonna. Invitata a entrare nella congregazione mariana  della parrocchia, imposto che le fu il nastro azzurro con la medaglia, diede in tante smanie e gesti  incomposti che si dovette levarglielo di dosso.

Il peggio venne quando le fu consigliato di farsi suora ed essa purtroppo non disse di no ed entrò in  convento.

Perché ritenuta «brava» fu incaricata della sacrestia e fu Li che furono commessi i sacrilegi più  orribili. Magda apriva il tabernacolo, prendeva dalla pisside dodici ostie consacrate sostituendole  con altrettante non consacrate, e le metteva sotto il tappeto della predella dell’altare perché fossero  calpestate dal sacerdote durante la celebrazione della Messa. Altre ostie consacrate furono fatte  mangiare dai cani del convento. Una novizia, facendo il letto, trovò un’ostia nel letto di Magda e  voleva denunciarla alla superiora, ma essa lo impedì in tutti i modi. Sicché Magda, dopo alcuni  mesi, fu ammessa alla vestizione. I superiori non sapevano nulla delle sue nefandezze, solo il  confessore, un canonico del duomo, che però non poteva parlare. Finalmente, mandata a casa in  vacanza, la novizia pensò bene di non tornare più in convento.

A casa essa fu subito considerata la pecora nera della famiglia e subito chiamata dalle gente «la  monaca smonacata». Diventata per lei insopportabile la vita in famiglia, andò in città, in casa di un  ispettore col quale aveva già avuto in precedenza rapporti illeciti, uomo perverso senza religione e  senza morale, insieme col quale, un giorno, sottoscrisse col proprio sangue il patto di fedeltà al  diavolo. Tutti e due erano pienamente consapevoli di quello che facevano. Dopo altre ricerche di  lavoro, prese e lasciate con la stessa facilità, trovò marito attraverso un’agenzia matrimoniale, un  vedovo che aveva un figlio dalla prima moglie. Stette con lui qualche tempo e poi lo lasciò.

Intanto il partito nazista aveva preso il potere in Germania. Magda ne abbracciò subito le idee con  entusiasmo e in breve tempo fece carriera nel partito e fu nominata istitutrice della gioventù  hitleriana. Per ordine dei suoi capi si impossessava di ostie consacrate e poi le profanava davanti  agli occhi dei giovani alunni per dimostrare che Dio non era presente in esse. Base del suo  insegnamento era naturalmente il più crasso ateismo e materialismo.

In quel tempo ai due demoni già esistenti in lei se ne aggiunsero altri due, Erode e Barabba.  Risalgono a quel tempo le denunce e le accuse da lei fatte contro persone innocenti, portate nei  tribunali del partito e condannate a morte. Tra essi diversi sacerdoti e religiosi, alcuni dei quali  condannati al campo di concentramento dove trovarono la morte. Nei processi il nome di Magda  non appare mai. Tra gli altri denunciò e portò in tribunale anche il suo vecchio confessore, il  canonico del duomo che l’aveva diretta in convento. Il quale la perdonò, anzi offrì la sua vita per la  conversione della disgraziata. Il canonico morì a 54 anni nel giorno che aveva predetto. Magda deve a questa morte la salvezza che più tardi trovò.

Intanto essa era diventata sempre più lo zimbello dei demoni che erano in lei, dentro il suo cuore, e  la manipolavano come volevano senza trovare in lei nessuna resistenza. Il nome che le trovarono e  col quale abitualmente la chiamavano era «la prostituta» per indicare che era una donna  completamente senza coscienza.

— Noi dobbiamo avere gente senza inibizioni e senza complessi, gente che poco riflette e subito  agisce, — dicevano.

Magda era così.

Intanto era scoppiata la guerra e anche la situazione di Magda cambiò. Dopo un anno dalla morte  del canonico suo ex confessore comincia la seconda parte di questo racconto. La possessione  diabolica fu conosciuta e resa di pubblica ragione e nello stesso tempo ebbe inizio la sua liberazione dal potere di satana.

La liberazione si svolgerà in quattro fasi successive.

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Paolo Calliari

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