Correzione non distruzione.
7. 8. Che cosa dobbiamo concluderne? Che questa fu collera di Dio o piuttosto sua misericordia? Nessuno può mettere in dubbio che questo misericordiosissimo padre ha voluto correggere con lo spavento, piuttosto ché punire, dal momento che nessun uomo, nessuna casa, nessun edificio venne sfiorato da così imminente calamità che pareva sovrastare. Proprio come quando una mano si alza per ferire e poi si ritrae per pietà, di fronte alla costernazione di quello che stava per essere ferito, così avvenne per quella città. Tuttavia se nello spazio di tempo in cui la città era vuota perché tutta la popolazione se n'era andata, fosse avvenuta la distruzione del luogo, e Dio avesse mandato in rovina l'intera città come Sodoma, senza lasciarne traccia, nessuno potrebbe dubitare che quella città è stata risparmiata perché il luogo fu distrutto dopo che la popolazione, avvisata anticipatamente e spaventata, era interamente emigrata dalla città. Così non c'è dubbio che Dio ha risparmiato anche la città di Roma perché prima della devastazione dell'incendio nemico, in molti punti della città gli abitanti in gran parte erano partiti: erano scampati sia quelli che erano fuggiti, sia quelli che, ancora più rapidamente, erano usciti dal corpo. Molti, presenti all'eccidio, in qualche modo si nascosero; molti, riparatisi nei luoghi sacri, scamparono sani e salvi. La città fu piuttosto punita da Dio che corregge, non distrutta, punita come un servo, che sa quale è la volontà del suo padrone e invece fa cose degne di percosse e molte ne riceve 20.
Sant'Agostino
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