domenica 7 novembre 2021

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO - Che cos' è l'ispirazione? Dio si rivelò ai profeti...

 


Che cos' è l'ispirazione? Dio si rivelò ai profeti... 


Una sera discutevo con un gruppo di persone ed il discorso cadde sulla attendibilità di quanto scritto nell'Antico Testamento e sui presunti 'profeti'. 

Da parte mia - se devo essere sincero - mi ero sempre chiesto come potesse mai la Chiesa cristiana pretendere di considerare quegli scritti come 'Parola di Dio'. Mi spiego meglio. Non pensavo che non lo fossero, mi domandavo semplicemente come facesse la Chiesa a essere così sicura che lo fossero. Fra i presenti vi era chi considerava il tutto una specie di raccolta di leggende popolari, tramandate inizialmente di padre in figlio e poi trascritte.  

Il problema per me non è accademico e neanche irrilevante, perché l'Antico Testa- mento fornisce informazioni fondamentali sulla creazione dell'universo, dell'uomo, sul peccato originale, ecc. 

Se fosse solo una raccolta di leggende - come uno diceva di essere propenso a ritenere sulla base di quanto aveva letto in merito a certi studi fatti da taluni 'teologi' - mi do- mando allora come si possa dar credito al Vangelo ed agli altri testi del Nuovo Testa- mento che del Vecchio Testamento costituiscono il completamento ed al quale si rifan- no.  

E se invece quanto scritto fosse proprio 'Parola di Dio', come può essere mai avvenuto ciò? 

 

Luce: 

Che cos'è l'ispirazione? 

Dio si rivelò ai Profeti . Come? Parlando nel loro pensiero. 

Come? Trasmettendo loro il suo pensiero. 

Se Dio fece l'uomo a sua immagine e somiglianza - e se l'immagine e somiglianza non poterono consistere nel corpo, poiché Dio non ha corpo ed è puro Spirito - come Dio poté parlare ai Profeti se non con il suo Spirito, che è come il vostro spirito, fatto - con le debite differenze e con le debite limitazioni del 'creato' - a sua immagine e somiglianza? 

Ecco, Dio: Spirito, Pensiero, Volontà, Potenza e tutto il resto, ma non scordare l'A- more, parlò ai suoi figli, ai Profeti, con il Pensiero, trasmettendo loro ‘telepaticamente’ il suo pensiero. 

 Perché ai Profeti? Perché erano dei 'giusti' e perché, sapendo che sarebbero stati - di proprio - dei giusti, Egli conferì loro dei doni, il dono di saper cogliere ancora meglio la sua parola. 

Ingiustizia questa? Ingiustizia verso gli altri? 

Come puoi giudicare Me? 

I miei giudizi sono imperscrutabili, Io vedo dove l'uomo non vede, i vostri 'perché' per me non esistono, i vostri ' perché' sono il segno della vostra incapacità di capire. E in- fatti voi non dovete 'capire' ma semplicemente imparare ad amare. 

Guai se capiste troppo. Con la comprensione 'superiore', che inferiore sarebbe perché voi degeneri ormai a causa del peccato d'origine, cose terribili fareste, più ancora di quante non ne facciate adesso. Cogliereste sempre i frutti dell'Albero del Bene e del Male ma, privi della Sapienza, con la sola scienza, cogliereste solo quelli col Baco Mali- gno, baco velenoso che, ingoiato, vi porterebbe alla perdizione. 

 

Dunque, Dio si rivelava ai Profeti. 

Dio sapeva che sarebbero diventati dei giusti, perché Dio ab aeterno tutto sa delle vostre anime che verranno create. 

Per i suoi imperscrutabili motivi, decideva che la loro missione sarebbe stata quella di 'profeti', cioè di rivelatori del pensiero di Dio, e li muniva dei doni atti a svolgere la loro missione specifica, quella che Dio affidava alla loro anima nel crearli. 

Ma poi, una volta nati, una volta cresciuti, l'adempiere o meno alla missione dipendeva solo dal loro libero arbitrio. 

Complesso? No. Semplice. Ora ti spiego. 

Dio sa in anticipo e dà i doni. Ma l'uomo non sa, perché se sapesse non sarebbe più libero e Io sono Dio di Libertà.  

L'uomo non sa, ma 'sente' confusamente di avere una 'missione', cioè di essere 'portato' ad una cosa piuttosto che ad un'altra. Portato in senso spirituale, anche se ciò comporta scelte di vita molte volte pratiche. 

L'uomo 'sente', come pure sente dentro di sé - si dice dentro al cuore - la legge dei dieci comandi, legge naturale che Io ho messo dentro di lui per guidarlo a Me anche senza l'aiuto, perfetto, della Dottrina cristiana. 

L'uomo 'sente' ma, come fa per i comandi, poi decide lui.  

Lui decide. Lui decide cosa fare, come fare. Perché Io, ripeto, sono Dio di Libertà. 

Tanti furono i 'profeti' che non furono profeti miei ma decisero di divenire profeti, cioè 'rivelatori', dell'Altro. Come Lucifero, non fu forse creato 'perfetto' nella sua perfezione angelica? 

Eppure sbagliò! Forse che Io, nel crearlo e nel volerlo perfetto, sbagliai e non capii che sarebbe divenuto imperfetto? 

No! Io lo creai perfetto, lo volli perfetto, ma lui, nel suo libero arbitrio - pur avendogli Io dato i doni come li do ai profeti - divenne imperfetto. 

Io mi comporto con i profeti come se, ‘ab initio’, essi dovessero essere 'perfetti', nella loro limitatezza, pur sapendo che essi liberamente decideranno o non decideranno di esserlo. 

Se ben rifletti, se ben rifletti, vedi che la contraddizione è solo apparente. Perché, su tutti i doni che Io do, faccio predominare quello della libertà, il libero arbitrio, che è quello che determina le scelte e che è quello che - sulla base delle scelte - mi consente di esprimere il giudizio, quello finale. 

E se l'uomo ha avuto doni particolari, perché 'potenzialmente' poteva fare, e 'doveva' fare, cose particolari, e poi non ha fatto, allora risponderà dei talenti sprecati: risponderà per quello che ha fatto e - maggiormente, avendo avuto i talenti - per quello che non avrebbe dovuto fare. 


Dio si rivelò ai Profeti. 

Perché, perché - già ti dissi - doveva, attraverso essi, trasmettere agli uomini decaduti, imbarbariti, impoveriti intellettualmente e spiritualmente, il senso della loro origine spirituale, il loro essere figli di Dio, perché si stava avvicinando il tempo della missione del Cristo ed essi pronti - come in realtà , per il libero arbitrio , 'pronti' non furono - dovevano essere a raccogliere la sua Parola, profeta anch'Egli perché, Figlio incarnato, veniva a rivelare la Parola di Padre, esprimendo le parole del Padre, per virtù dello Spirito Santo. I Profeti dovevano ricordare agli uomini - a quelli del popolo non prediletto ma 'prescelto' o, se preferisci, 'prediletto' perché prescelto e non certo per i suoi meriti particolari se non quelli dei primi patriarchi (ché solo grazie ai meriti dei patriarchi i successivi del popolo prescelto poterono beneficiare della mia misericordia) - di essere ‘Figli di Dio’, la loro origine, la loro missione, la loro strada. 

Il loro compito era mantenere accesa, almeno in una minoranza dell'umanità imbarbarita, la fiaccola - una piccola fiaccola - che illuminasse l'uomo, in modo che almeno in un popolo vi fosse la giusta conoscenza affinché, con la venuta del Cristo, la sua dottrina potesse essere accolta e potesse essere divulgata. 

 Perché Io non ho 'fulminato' gli uomini, perché – meglio - non li ho folgorati con la rivelazione 'istantanea' della mia dottrina, salvandoli tutti, ad un tempo? E perché allora il seme del pino impiega una vita a diventare 'pino'? Perché l'uomo impiega una vita a diventare 'uomo', e talvolta per diventare uomo nel vero senso della parola, cioè essere spirituale, neanche una vita basta? 

 Perché i tempi di Dio non sono i tempi dell'uomo. 

Il tempo per Dio non esiste, Egli è l'Eterno Presente. E perché l'ordine di Dio è perfetto, e non è l'ordine dell'uomo. 

Il mondo venne creato anch'esso in quelle che voi chiamate fasi, non fu 'istantaneo', ma 'istantaneità' e 'fasi' sono concetti legati alla vostra nozione di tempo. Dio non aveva bisogno di 'tempo'. 

É l'uomo che ne ha bisogno, purtroppo, per redimersi. Ed il tempo, per voi, è Carità mia. 

 

Dio si rivelò ai Profeti. 

E quelli che accolsero la mia Parola la riportarono agli altri. 

Ma in realtà il dono della profezia Dio lo diede a tutti gli uomini, perché a tutti gli uomini si rivela, ma loro chiudono gli occhi per non vedere, chiudono le orecchie per non sentire, volgono il capo, fuggono da Me perché preferiscono il loro 'io'. 

Fino ad un certo punto non è colpa loro, perché figli degeneri del Peccato. Fino ad un certo punto, fino al punto in cui l'io responsabilmente decide ed essi diventano responsabili. 

Tu stesso 'profeta', cioè rivelatore, finché tu stesso deciderai responsabilmente di rimanere tale, perché libero sei.  

 Perché solo con la libertà vi è merito, e demerito. 

 

Perché non tutti profeti, allora? 


E cosa direste se, nella vostra società, tutti facessero lo stesso mestiere? Potreste mai sopravvivere? 

Il 'corpo spirituale', come il corpo umano, più del corpo umano, ha tante membra, tanti organi, tante funzioni. Ogni organo ha la sua 'missione'. Se la svolge bene il corpo funziona, altrimenti si ammala. 

Ed ogni uomo, uomo che vive nella società, ha una missione diversa.  

Quella di essere buon padre e buona madre. Ho detto buono e buona, e non solo padre e madre, ché anche gli animali sono padri e madri, anche se essi sono sempre buoni, contrariamente all'uomo degenerato dal Peccato e compromesso - se il suo 'io' lo vuole - dal libero arbitrio. 

Quella di essere un buon figlio, un buon imprenditore, un buon lavoratore, un buon medico, un buon Sacerdote, sì anche un buon Sacerdote, un buon scienziato, perché senza bontà la scienza non è sapienza ma scienza del Male. 

E tutte le missioni, armonicamente fuse insieme, se realizzate con bontà, concorrono a fare il ‘Popolo dei figli di Dio', in terra.  

Ma poiché il vostro 'io' - cioè il vostro spirito degenerato dal Peccato, perché l'io altro non è che la conseguenza del Peccato che ha ribaltato i valori sottomettendo lo spirito 'Re' al dominio dell'io - in realtà è libero di volere o non volere, voi non diventate sulla terra 'Popolo di Dio' ma, solo individualmente e nella misura in cui ognuno accetta, 'figli di Dio', quelli che fanno la mia volontà, per divenire Popolo di Dio in Cielo, perché lì veramente siete popolo mio, un popolo, una volontà, un solo amore, quello per Me. 

 

Dio parlò ai Profeti.  

Ma Dio parla sempre, ogni momento, attraverso il creato. Solo chi non vuole non lo vede, e non lo sente.  

Non è ingiustizia, non è mancanza di 'privilegio' il non 'parlare' a tutti, perché tanto non mi vorreste ascoltare, perché 'negatori' siete e - quando non negatori - vigliacchi.  

Poveri figli, figli del Peccato. Per questo ho Pietà. Per questo vi mando i profeti: vi mando i profeti perché, se dessi a voi questa missione, sprechereste il 'talento' ed essa diventerebbe aggravante di condanna. Non ingiustizia per voi, non mancanza di privilegio concesso ad altri, ma ancora una volta Amore.  

Vi mando chi vi illumina la strada. Non ve la illumina per suo merito, perché il profeta è "sasso" che si anima solamente sotto la mano e lo scalpello dello Scultore. Vi mando chi vi illumini la Strada perché voi possiate ritrovare il sentiero nella foresta della vita. 

Sta a voi seguirla. 

 

Rifletto. Perché non potrebbe essere così?  

Un Dio che crea un universo intero può mai non poter comunicare 'telepaticamente' con degli uomini? La telepatia, basta leggere i testi di parapsicologia, non è forse un fatto ormai scientificamente accertato e - direi - anche molto comune?  

Quante volte nella vita non abbiamo sperimentato noi stessi casi di telepatia?  

Chi riceve una comunicazione telepatica può anche non 'percepirla' come tale, cioè come una 'cosa' estranea proveniente dall'esterno, ma viverla come una sensazione o come una idea propria. 

E così - mi dico fra me e me - così come Dio ci potrebbe suggerire le 'buone' idee, l'Altro ci può suggerire delle buone... 'tentazioni'. Perché no? Può essere, può essere... 

Ad esempio, ho sempre considerato gli angeli custodi, questi grandi 'suggeritori' che Dio avrebbe messo al nostro fianco, una 'baggianata'. Roba da favole di Esopo.  

Ma un Dio spirituale - se solo per un momento, per comodità di ragionamento, entro in quest' ordine di idee - perché mai non potrebbe mettermi vicino una creatura spirituale che mi faccia da 'ispiratore', per contrastare le ispirazioni dell'Altro?  

 Perché non può essere se, per un momento, partiamo dall'idea che Dio esista, che sia un essere spirituale e che sia stato veramente Lui a creare gli uomini?  

Certo, se uno mi dicesse di punto in bianco che lui ha l'angelo custode che lo aiuta lo guarderei con ironica considerazione e penserei dentro di me che sarebbe bene si facesse 'visitare'.  

Ma io ho anche letto delle biografie di 'santi', cervelli di primissimo piano, colti, lucidi, che hanno parlato con assoluta sicurezza delle ispirazioni e non di rado anche degli aiuti 'pratici' ricevuti dai loro angeli custodi. Balle? Se lo dicesse una persona comune uno può pensare che questo si sia suggestionato o sia un pochino 'esaltato'.  

Ma se lo dice un 'santo' o, più che un santo in sé e per sé, un santo che - a leggere quello che ha scritto - si capisce che 'ragiona' bene, cioè che la 'fede' non lo fa sragionare e la cui santità di vita lo rende 'attendibile'?  

E l'Altro, che cosa è l' Altro?  

É il Male? É una 'persona' spirituale?  

Un angelo decaduto, tanto per capirci?  

Oppure una 'personificazione' fatta dall'uomo - per propria comodità psicologica o credulità - di un concetto astratto, di un principio filosofico, che poi non è neanche un 'principio', perché il Male - in senso assoluto - non esiste, ma esistono soltanto le 'cose' che vanno male? 

Interrogato da me al riguardo, un mio amico sacerdote si era 'grattato' - come si dice in gergo - la 'pera'... evidentemente anche lui un po' perplesso anche se forse non aveva il coraggio di ammetterlo... 

Non gliene faccio colpa. Ci sono fior di 'teologi' che la pensano così. Quella dei 'teologi' è stata una delle mie prime 'sorprese' quando mi sono avvicinato un po' di più alla conoscenza delle tematiche del credere. Io ero convinto che i teologi fossero timorati uomini di Dio deputati a dare delle spiegazioni, a dare dei chiarimenti, a far 'crescere' nel campo della fede. Quale sorpresa nel vedere invece, almeno in taluni di questi le cui opinioni venivano amplificate dai 'mass media', tutto il contrario. Una contestazione..., non la critica serena e costruttiva ma una contestazione a tal punto livorosa, così priva di quello che in gergo viene chiamato 'amore', da farmi mettere in dubbio persino la religione alla quale dicono di appartenere. Sarà un fatto di carattere, mi sono detto. Tutto frutto del razionalismo imperante per cui tutto, anche quello che è 'irrazionale', quello che è extra-naturale, deve rispondere ai criteri comuni della nostra 'razionalità' ed alle 'leggi' della 'Fisica' che noi conosciamo e che disciplinano il comportamento della materia. 

Ma - tornando all'Altro - se l'Altro non esiste, allora non mi 'tenta' nemmeno. Allora non è un 'Nemico'.  

Da qualche parte ho letto- non so chi l'abbia detto - che una delle più grandi vittorie ottenute dall'Altro nell'epoca contemporanea è stata quella - grazie al modo di pensare 'positivista' sviluppatosi sempre di più dall'ottocento fino ad oggi - di farci pensare che 'lui' non esiste, che 'lui' è una invenzione dell'oscurantismo medioevale della Chiesa.  

E gli 'esorcismi'? Roba anche questa da medioevo, mi sono detto.  

Abuso della credulità popolare. Come avrebbe fatto la Chiesa a reggersi se non facendo credere alla gente semplice queste cose?  

Però... però ho letto un libro scritto da uno psichiatra ( 'Psichiatra all'inferno' di Simone Morabito, Edizioni Segno 1995), psichiatra il cui 'curriculum' mi è sembrato di tutto rispetto, il quale ha assistito a degli esorcismi, e li ha descritti con particolari che fanno accapponare la pelle. La lucidità, la proprietà medica con la quale si esprime, depongono a favore del suo ... equilibrio. Egli descrive i fatti che vede con l'acutezza dello psicologo e dello psichiatra e chiunque legga comprende che quelli che vengono descritti, per come vengono descritti, non sono fenomeni 'psichiatrici' ma 'psichici', o è meglio dire fenomeni psichici di carattere preternaturale o spirituale.  

Su questo argomento, come su tanti altri, ho voluto un po' documentarmi ed ho anche letto vari libri fra cui anche quelli scritti da Padre Gabriele Amorth (sacerdote esorcista della Diocesi di Roma). 

Egli sta conducendo una sua personale battaglia - non solo con i suoi interessantissimi libri ma anche con conferenze radiofoniche tenute dai microfoni dell'emittente cattolica 'Radio Maria' - per convincere (piaccia o non piaccia ai positivisti, ai razionalisti, per non dire anche a molti preti che si mostrano scettici) che Satana invece esiste e che gli indemoniati, i posseduti, non sono un fatto psichiatrico ma 'spirituale' che va curato con un mezzo 'spirituale': la preghiera.  

Ma - mi dico - se ormai la gente non 'crede' più a queste cose, come mai tanti milioni di persone frequentano maghi, cartomanti, sedute spiritiche, sette sataniche e via con amenità di questo genere? Certo, sotto ci deve essere anche un bel 'business'... Ma se ci fosse sotto anche un fondo di verità? 

Ma se Dio c'è, e se è un Essere spirituale, e se ci credo, perché non devo credere allora che esista anche l'Altro? Non è un fatto di 'fede' ma di logica conseguenza. Anche l'Altro sarà un essere 'spirituale'. 

Il Primo: eterno perché durerà in eterno ma esistente 'ab-aeterno'. 

Il secondo: eterno perché - dal momento in cui è stato creato - è destinato ad esistere in eterno. In 'eterno'... 

E l'eternità, che cos'è l'Eternità?  

Lo spazio-tempo esistono?  

Cosa diceva Einstein in quel suo libro che avevo letto anni fa in merito alla sua teoria della 'relatività', sui concetti di spazio e tempo? 

Lascio perdere questi pensieri che si susseguono uno dopo l'altro e ritorno all'inizio. 

Dunque stavamo leggendo, all'inizio, che Dio parlava telepaticamente ai profeti... 


(M. Valtorta: ‘Quaderni 43’, 5.12.43, pagg. 623, 654, 662 - Centro Edit. Valtortiano) 


Guido Landolina 

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