mercoledì 3 novembre 2021

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO - Perché te!

 


ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO 


Questo libro è stato frutto di intense meditazioni. Scrivere, non scrivere, come scrivere, cosa dire, cosa non dire. Quale è il limite fra il 'pubblico' ed il 'privato'. Quale il limite fra la confessione di chi scrive e la curiosità di chi legge. Quale il limite in cui è giusto che la curiosità venga soddisfatta, fino a che punto una curiosità soddisfatta, di per sé negativa, può diventare mezzo di crescita interiore. Fino a che punto la curiosità non diventa 'critica', fino a che punto la critica è benevola, fino a che punto avrò la forza di accettare curiosità e critica ponendo fine alla mia pace interiore, fino a che punto potrò conservare invece la pace interiore, fino a che punto non perderò la stima degli amici, fino a che punto non mi guadagnerò quella dei 'nemici', fino a che punto è giusto che io faccia ciò, che cosa mi spinge a fare ciò, perché non debba invece godermi ancora - per quanto possa - la vita, perché debba diventare oggetto non solo di curiosità ma di discussione, perché devo essere io, proprio io, perché io e non un altro, elemento di contraddizione, pietra d'inciampo. 

 Perché io, perché io, perché, perché, perché me? 


Luce: 

Perché te? E perché non te? Cosa hai mai fatto nella tua vita per Me? 

Ti ho dato la vita. Di più, ti ho dato un'anima. Essa aveva la sua missione. Tu l'hai dimenticata. Sei cresciuto, hai vissuto, tutto hai avuto, tutto ciò che ti ha potuto rendere sereno, persino nel dolore, perché Io ti ero presso. Io che ti assistevo. Io che ti seguivo. Io che ti rimettevo nella strada quando ne uscivi. 

Oh, quante volte ti sei disperso. Quante volte non mi hai riconosciuto. 

Ho dovuto colpirti con il Dolore! 

Colpire te e la tua compagna, la compagna della tua vita, per salvare entrambi. Salvare ella con la morte, salvare te con la vita, perché entrambi poteste guadagnare la vera Vita, quella eterna. 

Perché te, dunque? Perché te? 

Non ti senti in debito? Non hai sempre pensato che la vita è bella e non ha prezzo? 

E se questa vita non ha prezzo, quale sarà mai il prezzo dell'altra? 

Infinito, perché essa è Vita, di gioia, infinita. 

E allora, te! E allora tu pagherai il tuo debito verso di Me, tu pagherai il tuo debito verso di Me pagando ancora il prezzo, per il tempo che ti manca. E spera che sia lungo, perché tanto è il prezzo che devi pagare e che ti costerà questa fatica! Fatica relativa, in quanto fatica, prezzo grande, ma mai abbastanza, perché sarai pietra di inciampo, come tutti i servi miei. 

Ma come contro la mia Pietra non prevarranno le forze dell'Inferno, non prevarranno neanche contro quest'altra perché Io non lo consentirò, perché la pietra scartata sarà ancora una volta pietra d'angolo, tanto più solida quanto più bassa. Perché l'umiltà, quella che Io voglio da te come da tutti, è la base della mia Dottrina, perché senza umiltà non vi è Amore, perché senza Amore non vi è Dio. 

Resta dunque pietra bassa, bacia la terra dalla quale ti ho tratto, non alzare mai gli occhi della mente ma solo quelli dello spirito, perché in realtà, finché tu sarai umile, Io non sarò quassù, ma laggiù, dentro di te. 

E tenendo basso lo sguardo, guardandoti dentro, chiamandomi, incontrerai il mio sguardo che ti trarrà a Me. 

Guido Landolina 

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