CONTRO LA MENZOGNA
I priscillianisti difendono la loro opinione con testimonianze scritturistiche.
2. 2. Come puoi non accorgerti del profitto che la nostra discussione arreca a quegli stessi che cerchiamo di conquistare (considerando il risultato come una caccia grossa!) ricorrendo noi stessi alla menzogna? Questo comportamento è adottato dai priscillianisti, i quali, come tu personalmente hai rilevato, pretendono di dimostrarlo con testimonianze scritturistiche, ed esortano i loro adepti a mentire anche in base a presunti esempi dei patriarchi, dei profeti, degli apostoli e degli stessi angeli. Non dubitano anzi di poter inserire in tale elenco lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, in quanto ritengono che per dimostrare la veracità della loro falsità non c’è altro motivo se non dire che la stessa Verità ha proferito menzogne. Son metodi da disapprovare, non da imitare. E noi non dobbiamo condividere l’errore per il quale riteniamo i priscillianisti peggiori degli altri eretici. Si constata infatti che loro soltanto, o almeno loro principalmente, difendono l’onestà della menzogna quando serve ad occultare la verità di cui essi si stimano possessori. Quindi ritengono che un male così grande sia legittimo, insegnando che la verità basta conservarla dentro il cuore, mentre dire il falso alla gente non costituisce peccato.
Quanto al testo scritturale: Colui che nel suo cuore dice la verità 3, esso, secondo loro, dovrebbe essere inteso nel senso che, sebbene uno con la bocca dica menzogne, rimane nella giustizia se ad udire tali menzogne non ci sia un amico intimo ma un estraneo qualunque. Secondo loro sarebbe questo il motivo per cui anche l’apostolo Paolo, dopo aver detto: Lasciata da parte la menzogna, dite la verità, aggiunge subito: Ciascuno al suo prossimo, perché siamo membra l’uno dell’altro 4. In altre parole, se si parla a gente che non ci è vicina per la mancanza della verità e non è unita a noi come membro del nostro corpo, è lecito, anzi è doveroso, dire menzogne.
L’errore dei priscillianisti vanifica ogni martirio.
2. 3. Un’affermazione come questa offende i santi martiri, anzi nega ogni martirio cristiano. A loro avviso, i martiri avrebbero agito con maggiore santità e saggezza se dinanzi ai persecutori non avessero confessato d’essere cristiani, impedendo che a motivo proprio della loro confessione i persecutori diventassero omicidi. Con la loro menzogna, cioè negando quel che realmente erano, essi avrebbero salvaguardato l’incolumità del proprio corpo e il proposito della propria volontà, e non avrebbero permesso ai persecutori di attuare l’omicidio progettato nel cuore. Costoro infatti non erano vicini al martire per la [comune] fede cristiana, perché si dovesse manifestare a loro con parole la verità della quale i martiri parlavano dentro il proprio cuore. Si trattava anzi di persone nemiche della verità. Come esempio di liceità nel mentire, gli eretici con sagacia tirano fuori, tra gli altri, quello di Iehu che con una menzogna affermò d’essere un devoto di Baal, al fine di uccidere i seguaci di questa divinità 5. E da perversi qual sono, argomentano: Con quanto maggior giustizia in tempo di persecuzione i seguaci di Cristo possono con una menzogna dire che sono adoratori dei demoni, perché gli adoratori dei demoni non uccidano i servi di Cristo? E se quel tale offrì sacrifici a Baal per uccidere degli uomini, con quanto maggior ragione i cristiani possono sacrificare agli idoli per impedire che degli uomini siano uccisi? Stando dunque all’eccellente insegnamento di questi linguacciuti, che danno ci sarebbe nel dire col corpo menzogne riguardanti il culto del diavolo, se nel cuore ci si conserva fedeli al culto di Dio? Ma non in questa maniera intesero l’Apostolo i martiri veri, i martiri santi. Fissarono nei loro occhi e ritennero fermamente le parole della Scrittura: Col cuore si crede per [ottenere] la giustizia, con la bocca si professa [la fede] per [ottenere] la salvezza 6, e le altre: Non si è trovata menzogna sulla loro bocca 7. In tal modo se ne sono andati con animo esente da colpa là dove non dovranno più guardarsi dalle tentazioni che ci procurano i mentitori, dal momento che nelle loro abitazioni celesti non avranno né lontani né vicini quanti dicono menzogne. Essi non avrebbero certamente imitato la condotta di Iehu nell’inquisire gli empi e i sacrileghi per ucciderli ricorrendo a un’empia menzogna e commettendo un cruento sacrilegio, nemmeno se la stessa Scrittura avesse tralasciato di dirci che razza di uomo fosse costui. Siccome poi troviamo scritto che il cuore di lui non fu retto dinanzi a Dio 8, cosa gli giovò l’avere egli conseguito una ricompensa limitata e transitoria qual era il regnare per un certo tempo? Fu infatti per una tale ricompensa che egli obbedì all’ordine di distruggere totalmente la casa di Acab, mentre in realtà era animato dal desiderio di dominare. Ti esorto dunque, fratello, a sostenere come vera la scelta operata dai martiri, e cioè a non voler essere, nei riguardi dei mentitori, un maestro di menzogna ma un assertore della verità. Ti scongiuro di badare attentamente a ciò che ti dico: devi cioè convincerti di come sia da scartarsi l’idea che, per uno zelo certo lodevole ma tutt’altro che assennato, contro gli eretici possa adottarsi la dottrina [dell’inganno] al fine di prenderli nel laccio e così correggerli o, quanto meno, evitarli.
Sant'Agostino
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