domenica 14 novembre 2021

Di Cristo o del mondo

 


Il mondo effimero

Nessuno, come abbiamo visto, ha mai provato un amore così grande ed efficace per la creazione visibile e per il mondo peccatore come Cristo. Ma nessuno come lui, Né è stato così consapevole della relatività effimera dei beni del mondo, che sono intrinsecamente ordinati verso i beni eterni. 

Tutte le realtà intramondane, infatti, dovranno sempre essere prese o rifiutate in funzione delle future realtà escatologiche; perché "che cosa giova all'uomo se guadagna il mondo intero e perde la propria anima? (Mc 8,36). No non sta passando Dimentichiamo, quindi, che questo mondo, e che sta passando rapidamente. Ecco perché il Signore rimprovera l'uomo mondano:  "Stolto, questa stessa notte chiederanno la tua anima e tutto quello che hai accumulato, per chi sarà? Così sarà colui che accumulerà per sé e non sarà ricco davanti a Dio" (Lc 12,20-21).  


Il mondo prezioso 

Sia compreso qui che Cristo, parlando della vanità del mondo e della sua condizione effimera, non sta in alcun modo cercando di "svalutare" il mondano. Al contrario: egli esalta ed eleva il mondano allo stato di niente di meno che un "mezzo" per un "fine" eterno e celeste, il che ne aumenta immensamente il valore e la dignità. 

In questo senso, nessuno conosce il valore delle realtà temporali come Cristo, e nessuno ha osato tentare la loro perfezione con maggiore speranza. Gesù Cristo, infatti, non si rassegna a lasciare questo mondo nella sua misera e indegna condizione; non lo considera perduto, né irrimediabile. Vuole fare con la Chiesa un mondo migliore, un mondo degno di Dio, trasfigurato con la bellezza e la santità del Regno. Ha mezzi e forza sovrumani per raggiungere questo obiettivo. 

Per questo il Salvatore manda i cristiani nel mondo come "sale della terra", come "luce del mondo" (Mt 7,13-15), con una missione elevata, piena di amore e di immensa speranza. Con loro continuerà ad operare la sua salvezza nell'umanità. Come il matrimonio e la famiglia, con i cristiani salverà la cultura e il diritto, il pensiero e l'arte, l'economia e la politica, tutto ciò che è umano. I cristiani faranno, dice il Signore, "le opere che faccio io e più grandi di queste, perché io vado al Padre", e dal Padre li assisterò sempre con lo Spirito Santo (Gv 14,12.16). 

PADRE JOSE MARIA IRABURU

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