lunedì 15 agosto 2022

CHIAMAMI PADRE

 


LA PREGHIERA DEI FIGLI: IL "PADRE NOSTRO"

«Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". Ed egli disse loro: Quando pregate, dite:

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male» (cf. Le 11, 1-4; Mt 6, 9-13)4

Dice Tertulliano: «l'orazione domenicale è veramente la sintesi di tutto il Vangelo.

Dopo che il Signore ebbe trasmesso questa formula di preghiera, aggiunse: "chiedete e vi sarà dato". Ognuno può dunque innalzare al cielo preghiere secondo i propri bisogni, però incominciando sempre con la Preghiera del Signore, la quale resta la preghiera fondamentale».


OSIAMO DIRE: PADRE

Nella Messa, prima della Comunione, la Liturgia ci invita alla recita del "Padre nostro", premettendo una significativa precisazione: "osiamo"!

Osiamo, perché?

Perché entrando nel mistero trascendente di Dio, siamo consapevoli dell'infinita distanza che ci separa da Lui.

Non avremmo il coraggio di chiamarlo Padre e di avvicinarci confidenzialmente a Lui se non ci avesse promossi alla dignità di figli e non ci avesse invitati a entrare nel suo dolce e consolante mistero!

Se osiamo è perché siamo divenuti figli, e, a pregare con noi, c'è il suo Figlio unigenito, col quale siamo divenuti una sola cosa!

Se osiamo, è perché lo Spirito Santo grida in noi: "Abbà, Padre", sostenendo e illuminando il nostro incontro col Padre!

Solo Gesù poteva superare la soglia della Santità divina!

Solo Lui, che, avendo "compiuto la purificazione dei peccati", poteva introdurci davanti al Volto del Padre e dirgli: "eccoci, ci sono Io e ci sono i figli che tu mi hai dato".

Il "Padre nostro" è così "la Preghiera dei figli di Dio"; la preghiera di coloro che, nel Figlio e col Figlio, hanno un audace, confidenziale, gioioso, filiale rapporto, sostenuto dalla certezza di essere amati.


IL PADRE NOSTRO: UNA PREGHIERA DA DIRE E DA FARE

Gesù, dandoci il "Padre nostro", ha tracciato la via della preghiera.

Il "Padre nostro" non e una preghiera "finita", ma uno schema per pregare.

Più che una preghiera già "confezionata", e una preghiera da sviluppare.

Più che una preghiera da "dire", è una preghiera da "fare". Il "Padre nostro" non lo si può solo recitare: bisogna pensarlo, penetrarlo, assimilarlo, perché è tutto un programma di vita.

Gesù, insegnandocelo, non ci ha messo solo delle parole sulle labbra, ma ci ha dato dei concetti da sviluppare con le nostre parole.

Il "Padre nostro" è la preghiera riservata ai discepoli: "insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli".

È il distintivo di appartenenza a Lui.

Per questo la Chiesa lo consegna solennemente al battezzato. Per questo possiamo dire che è la preghiera del nostro Battesimo!

È la preghiera dell"'uomo nuovo", che è rinato, in Cristo, alla vita divina, alla vita eterna.


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