Maria fece suoi tutti gli atti della Divina Volontà respinti; perciò il Verbo potette incarnarsi
“…Questo è necessario, come fu necessario per venire a compiere la Redenzione, che una nostra piccola figlia, quale fu la mia Mamma, prendesse per suo compito ricevere in Lei tutti gli atti della nostra Volontà, respinti dalla creatura; li fece suoi, li accolse con decoro, li amò, li riparò, li contraccambiò tanto da riempire tutti i suoi confini, per quanto a creatura sia possibile. Onde la Divinità, quando vide in questa piccola la sua Volontà reintegrata per la Creazione, non solo per sé ma per tutti gli altri, si sentì tanto attirata che, a tanti suoi atti di Volontà per la Creazione, emise l’atto più grande, più sublime, più prodigioso: che questa piccola fosse Colei che doveva essere innalzata alla sola ed unica dignità di Madre del suo stesso Creatore.
Mai Io, Verbo Eterno, avrei potuto scendere dal Cielo, se non avessi trovato in Lei la mia Volontà reintegrata, quale da Noi era voluto che esistesse nella creatura. Quale fu, dunque, la causa che Mi fece venire sulla terra? La mia Volontà esistente in una piccola creatura. Che importava a Me che fosse piccola? Quello che Mi interessava è che la mia Volontà fosse salva in Lei, senza nessuna rottura da parte della sua volontà umana. Salvata la Nostra, tutti i nostri diritti erano restituiti, la creatura si metteva in ordine al suo Creatore e il Creatore si metteva in ordine alla creatura. Lo scopo della Creazione era già realizzato; quindi venimmo ai fatti, che il Verbo si facesse carne, prima per redimere l’uomo e poi perché la nostra Volontà si facesse come in Cielo così in terra. Ah, sì, fu la mia Mamma che, prendendo in sé tutta la nostra Volontà uscita per bene della Creazione, saettò la Divinità con frecce divine, in modo che, ferito dalle nostre stesse frecce, come calamita potente tirò il Verbo nel suo seno. Nulla sappiamo negare a chi possiede la nostra Volontà.
Vedi dunque la necessità per cui, per dare compimento a quel «FIAT» che venni a portare sulla terra, che solo dalla mia Mamma fu accolto e compreso (e per questo non ci fu divisione tra Me e Lei), voglio un’altra creatura che si offra a ricevere in sé tutti gli atti della mia Volontà che uscirono nella Creazione. La Divinità vuol essere ferita di nuovo coi suoi stessi dardi, per dare alle generazioni questo gran bene, che la mia Volontà vi regni…” (16°, 15-11-1923)
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