giovedì 6 ottobre 2022

Collegialità teocratica e collegialità democratica.

 


AGONE MISTICO 

La lotta di oggi 


Collegialità teocratica e collegialità democratica. 

Un “collegio episcopale” è un gruppo di vescovi che si riuniscono per coordinare il loro lavoro di Pastori della Chiesa. Queste riunioni sono pure chiamate “Sinodi Episcopali”. Finché i vescovi sono spiritualmente uniti al Papa e a lui sottomessi, anche loro sono infallibili come il Papa. Siccome attraverso il Papa ci si sottomette a Dio, quando un gruppo di vescovi si sottomette a Dio (sottomettendosi al Papa), questa collegialità è detta “collegialità teocratica”. Ma da qualche anno il principio di “collegialità teocratica” è in competizione, per non dire in guerra, con il principio di “collegialità democratica”, una nuova invenzione che consiste a rimpiazzare l’autorità del Papa con quella del collegio episcopale, il quale funziona secondo la legge della maggioranza come se questa fosse garanzia di verità. Così, una maggioranza di voci umane, quelle di vescovi ribelli, può o potrebbe prendere il posto del Papa per decidere del vero e del falso, del bene e del male. Dato che il numero di vescovi che abbracciano questa eresia non cessa di aumentare, mi sono chiesto se essi ed i loro Sinodi sono infallibili anche dopo la rottura spirituale con il Vicario di Cristo. La risposta è “no”. Sarebbe assurdo continuare a considerare infallibile un vescovo, o un gruppo di vescovi, se diventa palese che non c’é più comunione spirituale tra il Papa e detto(i) vescovo(i). Come Vicario di Cristo in terra, il Papa soltanto rimane la fonte infallibile della Verità e il fondamento di unità di tutta la Chiesa. Per evitare che il fenomeno della Torre di Babele si verificasse in seno alla sua Chiesa, Gesù l’ha provvista di un fondamento di unità: un Capo infallibile. Ciò significa che il retaggio spirituale della Chiesa di Cristo non è democratico, ma teocratico. Tutti i vescovi lo sanno, e sanno pure,  come conseguenza, che la connotazione che il Concilio Vaticano II attribuisce al termine “collegialità”, non ha niente a che vedere con la collegialità democratica. In seno alla Chiesa di Dio tutto è teocratico, perché tutto dipende da un potere - o autorità - che viene da Dio. Dopo tali argomenti, che pensare di quei vescovi che a tutti i costi vorrebbero che l’autorità del loro collegio episcopale fosse superiore a quella del Papa? Come spiegare deviazioni così evidenti e gravi in persone che in teoria sono la luce del mondo e il sale della terra? Concludendo: L’infallibilità di un sinodo episcopale è condizionale. La condizione è che ci deve essere unione spirituale tra il sinodo e il Papa. Coloro che dicono “Non Serviam” al Papa, lo dicono a Dio. Essi tradiscono il principio di unità che Dio ha dato alla sua Chiesa nella persona del suo Vicario. 24

De Parvulis

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