sabato 15 ottobre 2022

La materia non è di colui o colei che la possiede, è invece di colui che la conquista. Visione terrificante della vita umana.

 


LIBRO DELLA SAPIENZA 

7 Saziamoci di vino pregiato e di profumi, non ci sfugga alcun fiore di primavera, 

Tutto  la materia si deve concedere: vino pregiato e profumi. Tutto ciò che è fiore di primavera, che dona più dolcezza, è giusto che venga fatto proprio. 

Ecco come si giustifica pederastia, pedofilia, omosessualità, saffismo, unioni illegali, illegittime, divorzi, aborti, adulteri. Ogni corpo è materia da gustare. 

Ogni corpo è materia come la droga, l’alcool, il profumo, il cibo, le altre bevande. Se è materia ci si deve solo impadronire.  

La materia non è di colui o colei che la possiede, è invece di colui che la conquista. Visione terrificante della vita umana.  

8 coroniamoci di boccioli di rosa prima che avvizziscano;  

Urge coronarsi di boccioli di rosa prima che avvizziscano. Compreso in senso di materia umana, il versetto rivela la crudeltà e la malvagità del materialismo.  

Boccioli sono le giovani vite, sono i ragazzi, le ragazze, sono tutti coloro che si aprono alla vita, visti dagli empi come materia da degustare, consumare. 

È tristissima questa visione, ma è la stessa che imperversa e regna ai nostri giorni. La materia più forte mangia la materia più raffinata. 

9 nessuno di noi sia escluso dalle nostre dissolutezze. Lasciamo dappertutto i segni del nostro piacere,  perché questo ci spetta, questa è la nostra parte. 

Ecco ancora un’altra decisione di queste tenebre veritative: tutti devono partecipare alle dissolutezze di tutti. È l’orgia. Il baccanale umano. 

In queste orge non si sa chi è uomo, chi è donna, chi è giovane, chi è anziano. Tutti devono gustare, degustare le dissolutezze, vivendo da dissoluti. 

Non vi è alcuna regola morale e d’altronde come potrebbe esistere dal momento che la sorgente e la fonte della verità è dichiarata non esistente? 

Tutti devono vedere il loro materialismo dissoluto. I segni vanno lasciati ben visibili. Tutti devono comprendere qual è il significato dato da essi alla vita. 

Questa è la cosa aberrante: la dissolutezza è un diritto. Spetta ad essi. È la loro parte. Se è la loro parte, è giusto possederla, gustarla, impadronirsene. 

I segni di questa dissolutezza non vanno nascosti. Non c’è vergogna per essa. È il loro orgoglio. Era ieri è anche oggi. Le mode passano, le falsità restano. 

Questa verità in qualche modo è così illustrata dall’Apostolo Paolo.


Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. 

Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. 

Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa (Rm 1,18-32).  


Di nulla si prova vergogna. D’altronde se è un diritto, se è la loro parte, se spetta loro, di che ci si deve vergognare? 

Se per un pedofilo, un boccio ancora immaturo, spetta loro, è la loro parte, ci si può vergognare se lo si degusta e lo si gusta anche uccidendolo? 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 


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