28 dicembre 1945, Santi Innocenti
C'era là una città con un giardino chiamato Getsemani... Come all'origine dell'umanità, un giardino fatto per l'uomo... ... perciò l'uomo vi ha costruito una casa: è sua proprietà. Ma questo proprietario fa buon uso del suo bene: lo presta a Dio. Senza dubbio quest'uomo era discepolo del Salvatore o ha più tardi meritato di esserlo e, dopo aver messo un giardino a disposizione temporanea di Gesù e dei suoi apostoli, ne ha lasciato loro, dopo la Resurrezione e l'Ascensione, la proprietà definitiva. Proprietà preziosa, reliquia insigne tutta impregnata del sangue di Cristo; e conveniva non lasciarla a mani che l'avrebbero profanata. Così l'uno, il buono, il generoso, il fedele, ha donato la sua terra, mentre l'avaro, il malvagio, il traditore, ne ha acquistato una col prezzo del suo misfatto; uno ha donato per la vita, l'altro ha acquistato per la morte eterna.
Sappiamo dunque prestare, sappiamo lasciare per il bene, per Dio. Quale incomparabile onore è l'essere chiamati a donare a Dio! Dio mette dei beni a nostra disposizione; ci permette di acquistarne, ce ne facilita anche l'acquisizione, ma è perché, quando viene il momento in cui si degna di averne bisogno, noi non mercanteggiamo per ridarglieli. E si può farlo facilmente solo se ce ne siamo già prima distaccati, se ci siamo abituati a pensare che i beni non sono nostri ma ne siamo gli amministratori; abituiamoci a prestare, abituiamoci a donare...
meditazioni, ritrovate tra i suoi scritti Fernand Crombette
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