La terza tentazione
L'assalto finale avvenne sulla cima del monte. Fu il terzo tentativo di distoglierLo dalla Sua Croce, e questa volta mediante un invito alla coesistenza del bene con il male. Egli era venuto sulla terra a istituire un regno comportandosi come l'Agnello che vada al sacrificio: o che non poteva scegliere un modo più rapido d'istituire il Suo regno, concludendo una convenzione in base alla quale ottenesse tutto quel che desiderava, ossia il mondo, ma senza la Croce?
«Il diavolo lo condusse su di un alto monte e gli mostrò in un attimo tutti i regni della terra, dicendogli: 'Io ti darò tutta questa potenza e tutta la gloria di questi regni, perché a me sono stati dati e li dò a chi voglio. Se dunque ti prostrerai per adorarmi, sarà tutto tuo'.» (Luca 4: 5-7)
Tutte millanterie, in verità, risuonano le parole di Satana. Gli erano stati effettivamente consegnati i regni del mondo? Nostro Signore chiamò Satana «il principe del mondo», ma non era stato Dio a consegnargli alcuno dei regni del mondo, sebbene il genere umano, attraverso il peccato. E tuttavia, pur se Satana, secondo quanto affermava, governava i regni della terra col consenso dei popoli, non era davvero in suo potere darli a chi volesse. Satana mentiva per tentar di nuovo Nostro Signore ad allontanarsi dalla Croce, mediante una scorciatoia. A Nostro Signore offriva il mondo a una condizione: ch’Egli adorasse Satana. L'adorazione, s'intende, comportava servitù e la servitù, consisteva in questo: che, essendo il regno del mondo soggetto al potere del peccato, il nuovo Regno che Nostro Signore stava per istituire doveva essere soltanto una continuazione del vecchio regno. Insomma, Egli poteva aver la terra purché promettesse di non mutarla; poteva avere il genere umano sempre che promettesse di non redimerlo. Una sorta di tentazione, questa, che il Nostro Signor Benedetto si trovò, poi, ad affrontare un'altra volta, allorché la folla tentò di fare di Lui un re terreno.
«Sapendo che sarebbero venuti a rapirlo per farlo re, fuggi di nuovo solo sul monte» (Giov. 6: 15)
E dinanzi a Pilato, disse che avrebbe istituito un altro Regno, ma che esso non sarebbe stato di quelli che poteva offrir Satana. Quando Pilato Gli domandò: «Sei tu dunque re?», rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servi combatterebbero perché non fossi consegnato ai Giudei; ma ora il mio regno non è di qua» (Giov. 18: 36)
Il regno che offriva Satana era del mondo, e non dello Spirito. E sarebbe stato ancora il regno del male, e i cuori dei suoi sudditi non sarebbero stati rigenerati.
Satana, in effetti, aveva detto: «Tu sei venuto, o Cristo, per conquistare il mondo ma il mondo è già mio; e io te lo darò se verrai a un compromesso e mi adorerai. Dimentica la tua Croce, il tuo Regno dei Cieli. Se vuoi il mondo, eccolo, è ai tuoi piedi. Sarai salutato con osanna più clamorosi di quelli che Gerusalemme abbia mai cantato ai suoi re, e ti saranno risparmiate le pene e le sofferenze della Croce di contraddizione».
Ma Nostro Signore, sapendo che quei regni potevano essere conquistati solo dalla Sua passione e morte, rispose a Satana: «Va' via, Satana; poiché sta scritto: 'Adora il Signore Dio tuo, e servi a lui solo'.» (Matt. 4: 10)
È lecito immaginare che queste terse e inequivocabili parole siano così risonate all'orecchio di Satana: «Tu vuoi essere adorato, Satana; ma adorar te significa servirti, e servire a te è schiavitù. Io non voglio il tuo mondo, fin quando esso rechi il terribile fardello della colpa. In tutti i regni che tu affermi essere tuoi, i cuori dei tuoi sudditi desiderano tuttora qualcosa che tu non puoi dargli, ossia la pace dell'anima e l'amore disinteressato. Io non voglio il tuo mondo, del quale neanche tu sei padrone.
«Anch'io sono un rivoluzionario, come la madre mia cantò nel suo Magnificat. Insorgo contro di te, principe del mondo. Ma la mia rivoluzione non si compie mediante la spada vibrata esternamente per vincere con la forza, sebbene internamente contro il peccato e contro tutte le cose che mettono la guerra fra gli uomini. Prima vincerò il male nel cuore degli uomini, e poi potrò vincere il mondo. Vincerò il tuo mondo penetrando nei cuori dei tuoi disonesti collettori d'imposte, dei tuoi falsi giudici, dei tuoi Commissari del Popolo, e li redimerò dalla colpa e dal peccato, e li rimanderò mondi ai loro mestieri. Dirò loro che nessun vantaggio potranno mai conseguire dalla conquista del mondo intero se perderanno le loro anime immortali. E tu, tienti pure i tuoi regni, intanto. Meglio perdere tutti i tuoi regni, meglio perdere il mondo intero, che perdere una sola anima! l regni del mondo devono essere innalzati al Regno di Dio; il Regno di Dio non sarà abbassato al livello dei regni del mondo. Per ora, tutto quel che voglio di questa terra è uno spazio sufficiente a erigervi una Croce: là ti permetterò di espormi dinanzi ai crocicchi del tuo mondo! Là ti permetterò d'inchiodarmi in nome delle città di Gerusalemme, Atene e Roma, ma io risorgerò da morte, e allora ti accorgerai, tu che credevi d'aver vinto, di essere stato schiacciato, mentre io marcerò vittorioso sulle ali del mattino! Vorresti, o Satana, ch'io diventassi l'anticristo: dinanzi a questa richiesta blasfema, la pazienza deve far posto alla giusta collera. 'Allontanati da me, o Satana!'»
Nostro Signore discese dal monte, povero come quando lo aveva salito. Terminata la Sua vita terrena e risorto da morte, su un altro monte avrebbe parlato agli Apostoli:
«Quanto agli undici discepoli, andarono in Galilea, sul monte indicato loro da Gesù.
Vedendolo, l'adorarono ... Gesù avvicinandosi parlò loro così:
'Ogni potere è stato dato a me in cielo e in terra.
Andate dunque, ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto quanto v'ho comandato.
Ed ecco io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo'.» (Matt. 28: 16-20)
Venerabile Mons. FULTON J. SHEEN
Nessun commento:
Posta un commento