La Missione Sacerdotale di Conchita
a) FECONDITÀ DEL PADRE
Voglio che tu sia in tutti i sacerdoti, come lo sono io, con la fibra paterna del Padre perché sei madre nella sostanza delle loro vocazioni, nei loro cuori, santi o traditori; sull'altare e nel fango (senza macchia, nella mia unione di luce, perché la luce non macchia), ma partecipando in questo senso del mio AMORE E DEI MIEI DOLORI (54, 251).
b) LA GRAZIA DELLA CONCORRENZA
(TRASFORMAZIONE)
Particolarmente bello e profondo è questo testo:
Voglio assorbire la vostra anima penetrandola con ciò che sono; voglio per così dire divorarla con il mio amore, saziarmi di essa, perché in essa mi sazio dei miei amati sacerdoti.
Il Padre mio è in Me e Io in voi, e voi nei miei sacerdoti, che trascinerete verso di Me e li unirete e li trasformerete in Me. Questo è ciò che voglio da voi, farvi diventare Me, in modo che essendo Me, possiate essere in loro ciò che Io sono, e nella misura in cui siete Me, sarete in loro Me stesso, per donarli tutti a Me, che è il più grande desiderio sulla terra.
Voglio un'unione comune tra la mia anima e la vostra anima, tra le anime dei sacerdoti e voi. Capite ora fino a che punto voglio che siate miei, fino a che punto voglio che siate loro?
Voglio da voi questo rapporto sacerdotale in Me e nei miei sacerdoti; come impastare le loro anime nella stessa grazia di estensione, quella dell'incarnazione mistica, perpetuandola in loro non solo nei momenti sacri della Messa, in cui ne godono liberamente, ma sempre, in modo che le loro anime siano un'offerta costante, un incenso di propiziazione che come un'immensa colonna si innalza dalla chiesa verso il cielo, essendo al tempo stesso il conduzione delle grazie dal cielo alla terra (54, 274-275).
c) RIFLESSO DELLA SUA PUREZZA
... ti ho scelto come tramite delle mie grazie - e che grazie! delle grazie sacerdotali che vengono dal profondo del mio Cuore d'amore.
In questi esercizi vi ho reso non solo un acquedotto, ma anche un destinatario di queste grazie salvifiche - vi ho reso un riflesso della mia Purezza (mio Dio!). Ti ho fatto eco dei miei amori e dei miei dolori; ho allargato la tua anima, perché in essa ricevessi ciò che amo di più sulla terra, i miei sacerdoti; ho condiviso con te i dolori intimi del mio Cuore amante e ora ti ho fatto depositario delle grazie per i miei sacerdoti, e ho posto nella tua anima i germi santi e fecondi delle vocazioni celesti (54, 244-245).
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