giovedì 13 ottobre 2022

FUGGITA DA SATANA

 


MICHELA

La mia lotta per scappare dall'Inferno


Il racconto di padre Raffaele

Qualche tempo fa ho finalmente trovato la forza per chiedere a padre Raffaele una descrizione più precisa di Ciò che era avvenuto sotto esorcismo, e lui mi ha consegnato una trascrizione degli appunti che aveva preso al termine dei nostri incontri. È un diario che, nella su sinteticità, mette in luce diversi aspetti sconosciuti della pratica esorcistica. Perciò ho deciso di riportarlo integralmente qui di seguito.

Quando le ho dato la mano, Michela è caduta per terra come un sasso. I suoi amici l'hanno rialzata, ma appena l'ho toccata è nuovamente crollata. Era un tentativo del demonio di sfuggirmi. Nel momento in cui ha però compreso che avevo riconosciuto la sua presenza è iniziato il combattimento. Gli occhi di Michela si sono trasformati e mi ha rivolto uno sguardo carico d'odio. Non era più in sé: ha cominciato a proferire di tutto, imprecazioni, bestemmie. Le pupille si sono rivolte verso l'alto e mi ha mostrato la parte bianca dell'occhio. Però mi accorgevo che continuava a vedere ciò che accadeva intorno a lei.

Dopo un po' ha iniziato a parlare con una voce maschile, che variava a seconda di ciò che diceva: prima cavernosa, poi suadente, quindi irritata... le braccia avevano una rotazione innaturale e lei non riusciva a controllarle. Manifestava capacità sovrumane: camminava sui muri come se avesse delle ventose sotto i piedi, voltava la testa completamente all'indietro come se al posto del collo avesse un perno, indovinava cose che non poteva conoscere della vita di qualche persona presente...

Dopo che le avevo tracciato sulla fronte un segno di croce si è di colpo rannicchiata sotto una sedia. Non so come abbia potuto farlo tanto rapidamente: è una cosa che non mi è capitata con nessun altro, forse era in connessione con il dispregio del crocifisso, che lei aveva calpestato e profanato. Quando la benedicevo, subiva come delle frustate, degli schiaffi, degli spintoni. Le comparivano dei graffi sulle mani e delle zampate sulla fronte, che dopo un poco sparivano. Mi impressionava l'odio che manifestava contro Dio, Gesù Cristo, l'eucaristia, i consacrati- Riemergeva tutto ciò che aveva fatto nella setta. La voce demoniaca diceva: «Questa è mia per sempre, non riuscirai a strapparmela, mi ha consacrato la sua intelligenza e la sua volontà». Ogni tanto il diavolo assicurava che se ne sarebbe andato via, ma io non davo importanza a queste parole, perché sono unicamente un suo tentativo di prendere respiro.

L'esorcismo è davvero come una lotta: bisogna sfiancare il nemico con ore di combattimento e poi dargli il colpo di grazia finale. L'unica volta in cui l'ho preso sul serio è stata al momento della prima grande liberazione. Aveva detto che sarebbe andato via alle 4 del mattino e noi abbiamo proseguito l'esorcismo e le preghiere per tutta la notte. All'alba, Michela ha tirato un grosso sospiro e si è risvegliata fresca come una rosa, mentre noi tutti eravamo stanchissimi.

POI ci sono state diverse ricadute, ma io la tenevo sotto controllo e non permettevo al maligno di insediarsi nuovamente. Lui ci provava, mi sfidava anche: «Vedi che non vali niente e che posso riprendermela quando voglio?». Ma io non mollavo, anche perché quelli della setta continuavano a farle dei riti di maledizione. Ogni tanto, nelle nottate del sabato, mi accorgevo che saltava su come se fosse stata infilzata da uno spillone: e difatti poi se ne vedeva il segno sulla pelle. Una volta all'improvviso le si è spezzato un dito e ha dovuto essere operata per rimetterlo a posto. In altri casi si ritrovava sul corpo dei tagli e delle ferite inspiegabili. Ogni tanto vomitava una saliva molto densa e bianca, come se fosse schiuma da barba. Il demone che parlava in lei esprimeva un odio tremendo contro la Madonna, che non nominava mai: diceva «quella donna», e poi giù parolacce di ogni tipo. Percepiva anche la presenza di padre Pio da Pietrelcina, che definiva «quel vecchio barbuto», e aveva molta paura dì san Michele arcangelo: sentiva proprio come se dovesse fare un combattimento con          lui      e    gli      si     rivolgeva               apostrofandolo                       come          «quello spennacchiato». A un certo punto Michela mi ha rivelato che nella setta adoravano il dio serpente, e allora ho cominciato a dire: «Exorcizo te, serpens antiquae». // demone andava su tutte le furie e poi lei cominciava davvero a strisciare come un serpente. Non sopportava nemmeno l'imposizione della stola: per il diavolo rappresentava il potere sacerdotale che contrastava con il potere che avrebbe fatto acquisire a Michela al momento della promozione a Sacerdotessa di Satana.


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