domenica 2 ottobre 2022

L'Immacolata non può dimenticare noi, poveri esuli figli di Eva.

 


LETTERA  20   

A Francesco Kolbe, Cracovia S.l.G.C.  

Roma dopo il 26 IX 1918 1  


Carissimo fratello!  

 Fin che siamo in vita, nulla è perduto, tutto si può rifare. Per lungo tempo non ti ho potuto scrivere nulla, ma di sicuro i miei colleghi e i confratelli, tornando da Roma (in particolare il P. Giuseppe Fery), ti avranno fatto sapere qualcosa di me, anzi il suddetto P. Fery ti avrà dato il libretto in polacco per il mese di maggio che gli avevo consegnato qui a Roma con la raccomandazione che te lo recapitasse. Ritengo che quel libretto, o più propriamente Colei di cui vi si parla, cioè dell'Immacolata nostra comune Mammina, sia stata per te di speranza e di conforto nei duri momenti della vita. Non per nulla, infatti, san Bernardo dice di Lei nella sua celebre preghiera: «Non si è mai sentito che alcuno, essendosi rivolto a te, sia stato da te abbandonato»2. Io pure sperimento incessantemente la sua particolare protezione, soprattutto attraverso la grazia della professione solenne e della dignità sacerdotale. Mi sono proposto subito fin da principio - come del resto era mio dovere - di aiutarti secondo le mie possibilità. Perciò, ogni giorno includo te, come pure papà, mamma e il nostro caro Fr. Alfonso, nel «memento» della santa Messa e raccomando te e tutti all'Immacolata, nostra Regina e affettuosissima Mammina.  

Scrivimi se puoi (ad esempio per mezzo di mamma) e fammi sapere come stai, dove abiti, che cosa fai, e... quanto all'Ordine, quali sono le tue attuali intenzioni. Perché se tu sei forte nel tuo proposito, confido che, fra non molto, come insieme siamo entrati in seminario, abbiamo compiuto il santo noviziato e la professione semplice3, così ci troveremo ancora insieme nell'abito francescano, poi (se Dio vorrà) lavoreremo insieme alla maggior gloria di Dio, per salvare e santificare la nostra anima e il maggior numero di altre anime.  

 Io qui a Roma ho degli amici spirituali tra i Padri rumeni (miei colleghi)4; nella Provincia rumena c'è bisogno di [Padri] polacchi per le missioni, perché là ci sono molti nostri connazionali. Rispondimi al più presto possibile e... preghiamo l'uno per l'altro. L'Immacolata non può dimenticare noi, poveri esuli figli di Eva.  

Sinceramente e sempre tuo affezionato fratello  

 P. Massimiliano M. Kolbe  

Anche a te mando la benedizione del santo Padre.  

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(1) La presente era allegata alla lettera precedente (SK 19). - (2) Le parole sono tratte dalla nota preghiera Memorare, o piissima Virga Maria, attribuita erroneamente a s. Bernardo di Chiaravalle. L'autore, in realtà, è ignoto. È indubbio, tuttavia, che gli scritti di s. Bernardo siano stati alla base della composizione, come il seguente passo: «Taccia la tua misericordia, o Vergine, se qualcuno sostiene di essere stato abbandonato dopo di averti invocata nelle sue necessità» (Sermo IV de Assumptione, PL 183, p. 428). - (3) P. Massimiliano e suo fratello Francesco (Fr. Valeriano) fecero insieme il noviziato ed emisero la professione semplice il 5 IX 1911 a J,eopoli. - (4) I confratelli di P. Massimiliano della Provincia religiosa di Romania erano: P. Giuseppe Pietro Pal, P. Giuseppe Fery, P. Domenico Neculaes, P. Antonio Glowiriski (+ 18 X 1918) e P. Serafino Bejan.  

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