sabato 9 ottobre 2021

DELL'ULTIMA PERSECUZIONE DELLA CHIESA E DELLA FINE DEL MONDO

 


Profezie Allegoriche e miste

Se la storia degli Ebrei è figura della nostra, come quella della legge naturale lo era della loro; ci restano certamente molte dure e brutte cose a patire, prima della fine del Mondo. Gli ultimi cent'anni, anzi gli ultimi ducento di questo popolo, furono per lui anni di flagelli terribili per parte di Dio e degli uomini; come per lui furono anni d'irreligione, d' infedeltà, di libertinaggio, di prostituzione. Non più gloria, non più pace, non più tranquillità, non più requie; ma continue calamità, continue miserie, e schiavitù, ed oppressioni, e tumulti, e assassinii, e rivoluzioni, e guerre sterminatrici; e per sopracapo fame rabida, pestilenze sterminatrici, terremoti orribili, e spaventi del cielo. E un pianto sì, è un orrore a leggere questa dolente Istoria. Ma intanto tutte queste cose mentre erano storia, erano ancora profezie, ed ombre e figure di quello che doveva accadere a noi cristiani, alla misera Italia nostra. Non si può mettere in dubbio questa dolorosa verità , senza un temerario ardimento contro l'autorità la più sacra, la tradizione la più costante, il consentimento il più completo dei Padri e degli Interpreti sacri e profani; e staremmo per dire senza cadere in errore ed eresia; troppo chiara essendo la testimonianza dell'Apostolo Paolo, il quale, oltre l' autorità riportata di sopra, asserisce a più riprese, che l'antico Testamento era figura del nuovo ; che quel popolo era il modello, il disegno del cristianesimo. Ciò non si può impugnare altresì senza contradire all'Istoria, la quale per mille riscontri combina perfettamante, e tante volte perfino nelle epoche, con l' ebraica. Che se, per diciotto secoli e mezzo, la cosa è andata costantemente consentanea a questo ideale, come non lo sarà dunque ancora per l' avvenire ? Alla men peggio, quando non vi fosse niun altra ragione, vi sarebbe una forte e plausibile analogia, fondata su l' ordine ammirabile della sapienza e provvidenza divina.

 - Ma se è così; dunque tutte le profezie che riguardavano gli Ebrei in allegoria, riguarderanno noi nel reale; cosicchè possiamo dire, che sono state scritte per noi, e che in noi dovranno ritrovare un pieno e perfetto avveramento. Per dare un cenno solo di quelle di Cristo, sono ben pochi coloro, e di poca autorità, i quali sostengano che erano dirette tutte ed esclusivamente per gli Ebrei, per la Palestina e per Gerusalemme; e questi d'avvantaggio storcono visibilmente, e fanno aperta violenza al sacro testo. Sia pure che la parte riportata di sopra si debba intendere direttamente di Gerusalemme, come pare che voglia applicarla l'apostolo Paolo (1), il Grisostomo (2), Teo filato (3), Agostino (4), Eusebio (5), ed altri molti cogli Espositori, singolarmente col Calmet (6) ed a Lapide (7); ma non sarà mai possibile spiegare così la parte che ci resta a riferire. Questa al più sarà allegorico mista, ma pura non mai. Così si dica di tante altre autentiche profezie, come quelle di Isaia, di Geremia, di Daniele e di altri profeti; come andremo vedendo a mano a mano che le svolgeremo, e meglio ancora allorchè riporteremo le sentenze dei Padri e la tradizione. Ma si richiederà: e perchè dunque i profeti non parlarono esplicitamente ?. Se lo Spirito Santo era il dettatore di quelle profezie (8), ed egli aveva in mente più i cristiani degli ebrei, perchè non dirlo aperta mente in queste cose ultime del mondo, come pure ha fatto della loro venuta alla fede? La risposta è facile, come la ragione è evidente, quando si suppongano due cose, che sono certissime per le Scritture. La prima è che la Sinagoga era figura della Chiesa cattolica; questo se lo sapevano i dotti ebrei, e per ciò era evidentissimo che quando si parlava della figura, s'intendeva parlare del figurato. La seconda è che doveva arrivare un tempo, prima della fine del mondo, che tutta la Sinagoga si sarebbe convertita alla Chiesa, come dimostreremo più sotto; allora non vi sarebbero più due popoli, due Chiese, due greggi, ma una sola Chiesa, un solo popolo, un solo ovile, sotto un solo Pastore (9). Quindi i profeti, prevedendo quest'epoca fortunatissima, nella quale Israele e Giuda ritorneranno ad essere il popolo del Signore, ritornano a parlare di lui, delle ultime sue vicende, che patirà indiviso dal cattolicismo, come se parlassero exprofesso del cattolici. Pertanto conviene fare ancora un'altra distinzione delle profezie: quelle che parlano dell'ebraismo nei casi che lo dovevano incogliere innanzi la sua riprovazione, sono tutte allegoriche e miste, che è a dire che dovevano avere un adempimento figurativo e scarso nella sinagoga, ed un pieno e perfetto nella Chiesa: quelle poi che alludono all'ultima epoca del mondo, comprendono direttamente il cattolicismo e l' ebraismo convertito. Premessa questa necessaria distinzione, raccoglieremo ora le prime, e ci riserberemo a raccogliere nel prossimo articolo le seconde.

P. B. N. B.

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