giovedì 25 agosto 2022

IL DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI



Si espongono i mezzi per cui il direttore può acquistare la predetta discrezione degli spiriti. 


§. II. 

41. Secondo mezzo sia applicarsi ad apprendere le regole discernitive dello spirito vero dal falso specialmente con la lettura e con lo studio della sacra scrittura; e per non errare nella intelligenza de' sensi più astrusi, valersi di qualche dotto ed erudito interprete. Per distinguere l'oro dall'orpello, e da ogni altro metallo vile, la natura ci ha provveduti di quella pietra che chiamasi di paragone. Le pietre di paragone con cui si discerne lo spirito vero dall'apparente, sono i documenti, i precetti, le regole che si danno per un tale discernimento. Queste in primo luogo si trovano nelle sacre scritture. nelle cui viscere Iddio sparsamente le ha poste. Là bisogna andare per iscavarle, come insegnava santamente Ugo di S. Vittore. ai monaci suoi discepoli dicendo, che in quelle sacre pagine avrebbero appreso a disprezzare il mondo, a difendersi dalle brame de' nemici infernali. a 'reprimere i malvagi desideri della carne, e che vi avrebbero acquistato la compunzione del cuore, la disciplina delle opere, l'umiltà della mente, la pazienza nelle avversità (Ugo a s. Vict. De initit. novitior. c. 8): né con ciò altro volle loro significare se non, che avrebbero con quel santo studio imparato qual è lo spirito del mondo, per dispregiarlo; qual è lo spirito del demonio, per rigettarlo; qual è lo spirito della carne, per raffrenarlo; qual è lo spirito di Dio per abbracciarlo; e che avrebbero tutto questo impallato con regole sicure ed infallibili, perché insegnate da Dio stesso. E però bisogna, che c'immergiamo nella lezione di quelle sacre carte, per cavarne anche noi i caratteri del vero spirito. 

42. È terribile la minaccia, che fa Iddio ai sacerdoti in Osea (4,6): "Perisce il mio popolo per mancanza di conoscenza. Poiché tu rifiuti la conoscenza, rifiuterò te come mio sacerdote". Dice Cornelio A-Lapide, che per quella parola "conoscenza" intende il profeta la cognizione di Dio e della divina legge non solo speculativa, ma pratica,  che i sacerdoti di quei tempi trascuravano di apprendere con lo studio della divina scrittura (Corn. A.Lap. in textu). 

E per questa loro trascuratezza dannosa a tutto il popolo minacciava Iddio di togliere ad Israele il sacerdozio ed il culto de' sacri altari (ibid.). Non voglio però significare con questo, che Iddio toglierà ai direttori che sono alieni da questo sacro studio, il sacerdozio: so che il carattere sacerdotale è indelebile: e molto meno, che toglierà dalla Chiesa l'ordine sacerdotale, come ne privò Israele. Dico bene però, che negherà loro quelle grazie speciali che sarebbero più opportune per renderli buoni sacerdoti e degni ministri de' sacri altari: e certamente con giusta pena; perché non merita aiuto particolare da Dio chi non curossi di rendersi abile ad aiutare i suoi prossimi nell'esercizio del suo sacro ministero. 

43. Dico in secondo luogo, che quelle belle pietre al cui paragone si distingue lo spirito vero dal falso, si trovano anche ne' libri de' santi padri e de' dottori, i quali le cavarono dalle divine scritture, e le proposero a noi, acciocché ce ne servissimo per nostro regolamento. Tali precetti sono anch'essi sicuri, perché presi dalle sacre carte. Sicure sono ancora le esperienze, gl'insegnamenti de' santi che si ritrovano o nelle loro vite, o nelle loro opere; perché operando essi o istruendo, erano mossi dallo spirito divino, che in modo particolare gli assisteva nelle loro operazioni. Pertanto, su questi libri devoti bisogna che studino frequentemente i direttori delle anime, per estrarne quegli aforismi di spirito, con cui hanno a discernere e regolare gli altrui interni movimenti. 

Confesso, che io ho preteso di risparmiare loro la fatica con questa mia opera, avendo in essa raccolto molte di quelle notizie con cui possono sicuramente discernere qualunque spirito se sia vero, o sia falso; se sia buono, o sia pravo: e con cui possono condurre ciascuno con rettitudine per la strada della perfezione, o almeno della salute, second'o la diversa qualità delle persone che prenderanno sotto la loro direzione. Onde spero, che queste mie povere fatiche potranno esser loro di non lieve giovamento. Con tutto ciò non devono eglino esser contenti di questo: ma procurino di avere spesso per le mani altri autori di maggior credito, e di leggerli frequentemente: perché è sempre più pura quell'acqua, che si attinge dalla fonte, che quella la quale si prende da' rigagnoli. 

44. Praticando eglino tali diligenze, non mancherà Iddio di somministrare alle loro menti lume bastevole per formare retto giudizio circa le anime de' penitenti, e circa i loro interni movimenti: perché, dice S. Agostino, che appartiene alla divina Provvidenza far sì, che alle persone devote le quali cercano piamente e diligentemente Iddio e la verità delle cose che appartengono al servizio di Dio, non manchi modo di rinvenirla (S. August. Lib. de quanto animae, cap. 14.).  

G. BATTISTA SCARAMELLI SERVUS IESUS 


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