Come arrivare a Dio
Con le potenze puramente naturali dell'intelligenza, della volontà, del sentimento, possiamo vivere una vita umana, ma né la nostra intelligenza può conoscere Dio, né la nostra volontà può veramente amarlo così da unirsi a lui, perché Dio è inaccessibile. Come è possibile per una creatura umana, e anche per gli angeli, superare l'infinita distanza che separa la creatura dal Creatore? Dio è inaccessibile, non possiamo mai arrivare a lui, né con la conoscenza né con l'amore. Dice il Concilio Vaticano che noi possiamo arrivare a conoscere che Dio è, cioè l'esistenza di Dio, ma non che cosa Dio sia, la natura di Dio. Se Dio non si rivela, noi possiamo capire che c'è un primo principio, un primo motore, una prima causa di questo mondo, ma non lo conosciamo: la conoscenza di Dio è conoscenza di fede, l'amore di Dio è dono della carità.
Le virtù teologali sono tali proprio perché non soltanto hanno per oggetto Dio, ma in qualche modo hanno come soggetto Dio. Nella fede è Dio che ci comunica la conoscenza che egli ha di se stesso, nella carità è Dio che vive nei nostri cuori. L'apostolo Paolo nella Lettera ai Romani dice che la carità di Dio è stata diffusa nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci fu dato:
senza lo Spirito Santo dunque in noi non vi è la carità. Vi può essere la filantropia, vi può essere una benevolenza verso i poveri, vi può essere anche un certo desiderio inefficace di Dio, ma non l'amore di Dio, che a lui ci unisce.
Le virtù teologali suppongono lo Spirito Santo, che agisce in noi. Dio si è donato a noi nel suo Spirito, e con questo dono le nostre potenze spirituali hanno una nuova capacità, la capacità di raggiungere Dio, di unirsi a Lui, di conoscerlo, di amarlo, di vivere per lui.
Tutta la vita del cristiano è animata da questo divino Spirito, affinché le sue operazioni possano accostare Dio, raggiungere Dio, unirlo a Dio. Dobbiamo dunque prima di tutto comprendere che senza l'azione dello Spirito noi siamo totalmente avulsi a Dio, separati da lui, non solo in forza del peccato, ma in forza del fatto che siamo creature, e fra la creatura e il Creatore l'abisso è infinito. Rendiamoci conto che nemmeno gli astronauti riescono a raggiungere gli estremi confini della creazione, perché la vastità della creazione è sconfinata; chi potrebbe mai abbracciarla, chi potrebbe mai raggiungere il fine della creazione? Che presunzione stupida e assurda che la creatura possa raggiungere Dio per sé! È nello Spirito di Dio che questo è possibile.
Allora prima di tutto dobbiamo comprendere la necessità di questa presenza dello Spirito in noi. Vi è una differenza qualitativa infinita tra chi possiede la grazia e chi non la possiede, perché chi possiede la grazia possiede Dio, e Dio è infinito. Che cosa sono tutte le grandezze del mondo nei confronti di una piccola suora che vive in unione con Dio? Può aggiungere qualche cosa l'essere Presidente della Repubblica Italiana? Sono sciocchezze tutte le grandezze umane, sono pure sciocchezze nei confronti di questa grandezza: Dio è in me, egli vive in me e io vivo in lui!
Si tratta di crederlo davvero, questo, per viverlo: Dio vive in noi! E la presenza di Dio in noi imprime nelle nostre potenze spirituali una capacità nuova, la capacità della fede, la capacità dell'amore, la capacità della pura speranza, le virtù teologali.
Si parlava stamane della semplicità, ieri della purezza, si può parlare dell'umiltà, tutte queste virtù morali non sono che espressioni delle virtù teologali, perché in fondo non si vive la fede se non si vive l'umiltà, non si vive l'amore di Dio se non si vive la purezza del cuore; sono frutto ed espressioni della nostra vita teologale, della nostra unione con Dio.
don Divo Barsotti
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