martedì 16 novembre 2021

DELL'ULTIMA PERSECUZIONE DELLA CHIESA E DELLA FINE DEL MONDO

 


Profezie Allegoriche e miste


Isaia incomincia la sua profezia con questi flebili lamenti, e giusti ma duri rimproveri, i quali se bene furono meritati dalla Sinagoga, molto più lo sono dai figli della Chiesa, come comprenderà leggermente chi dunque voglia considerare i benefizi maggiori ricevuti da questi. » Ascoltate, o cieli, ascolta, o terra, io ho nutriti del figli, dice Iddio, gli ho esaltati sopra gli altri, ed essi abi crudeli! m' hanno disprezzato, m'hanno abbandonato. (sarà questa l'apostasia quasi universale de cattolici, predetta, come vedremo, da Cristo e dall'apostolo Paolo ). Riconobbe il bue il suo padrone, il vil giumento il presepio del suo Signore; ma Israele non mi volle riconoscere, non m'intese il popolo. (Ecco gli ebrei e i cristiani insieme) (1). Ma guai a questa gente peccatrice, a questo popolo di grande iniquità, a questo seme iniquo, a questi figli scellerati, i quali hanno abbandonato il Signore, hanno bestemmiato il Santo d'Israele, sono divenuti apostati! In che vi castigherò di più, o voi che aggiungete prevaricazione a prevaricazione ? Dalla pianta de piedi fino alla sommità del capo non v'è in voi parte sana, ma siete tutti una piaga, un lividore, e la vostra piaga non è cinta da fasce, non è curata da balsamo alcuno, nè addolcita con olio. La terra vostra sarà deserta, le città vostre saranno in preda alle fiamme, la vostra Patria sarà divorata sotto degli occhi vostri dagli stranieri, e verrà desolata, siccome avviene per invasione ostile. La Figlia di Sionne sarà abbandonata come una città devastata. Se il Signore pietoso non conservasse le nostre reliquie, diverremmo come Sodoma e Gomorra (1). Ascoltate la parola del Signore, o principi di Sodoma, porgete le orecchie alla legge di Dio, o popoli di Gomorra. (Questi epiteti sono evidentemente allegorici d' un popolo guasto e corrotto nella più o scena turpitudine). A che mi giovano le molte vostre vittime? ne sono sazio e stanco... il vostro incenso m'è di nausea, le vostre feste, le solennità non posso più sopportarle; odiai le vostre chiese. . . . Quando inalze rete a me le vostre mani supplichevoli, io rivolgerò altrove gli occhi per non vederle: quando moltiplicherete le preghiere, non vi esaudirò, perchè le vostre mani sono piene di sangue. (Oh Dio! e non veggiam noi adempita a giorni nostri questa profezia terribile? Quando mai la Chiesa intiera ha pregato di più, e quando ha tardato tanto Dio ad esaudirla? Ma questi sono i preliminari!). . . Come è divenuta meretrice la Santa Città, la città fedele e piena di equità (2)! » Un tempo vi regnava la giustizia ed ora l'assassinio. Il tuo argento è divenuto scoria, il tuo vino un acquaticcio, i tuoi principi infedeli, associati ai ladri: tutti desiderano donativi, non seguono che l'interesse. Non giudicano il pupillo, non difendono le vedovelle. Perciò, dice il Santo d'Israele: Ahi! mi consolerò sopra i miei nemici, farò le mie vendette... diventerete come una quercia senza fronde, come un orto senza acqua. E la vostra fortezza come una fa villa nella stoppa, e le vostre opere come una scin tilla: saranno tutte incendiate, e non vi sarà chi e stingua l' incendio » (3). » Piantai una vigna al mio diletto, e la circondai attorno di siepe, (4) ed elessi del bei marmi da lei, e la formai amabile, e vi edificai nel mezzo una torre, e un vinaio, e aspettai che mi producesse delle uve, e non fece che delle amare lambrusche. Ora, o citta dini di Gerusalemme, o figli di Giuda, siate giudici tra me e la mia vigna. Che è mai ch'io far dovessi per lei e fatto non l' abbia ? che aspettai che mi producesse delle dolci uve, e mi produsse delle amare lambrusche 2 Ma ora vi mostrerò quello ch' io sarò per fare della mia vigna. Toglierò le siepi, e sarà manomessa, disfarò i ripari e sarà conculcata. La renderò un deserto; non si poterà più, non si coltiverà più: vi nasceranno solo del prunai e de spini: vieterò alle nubi di versare sopra di lei le acque, e al cielo di stillare le rugiade (1). La vigna del Dio degli eserciti è la casa d'Israele, la vite preziosa è la casa di Giuda (2): aspettai che operasse da senno, ed ecco iniquità ; aspettai la giustizia, e non ascolto che lamenti. Guai a voi che distendete le vostre possidenze, che aggiungete casa a casa. . . . Giuro io che le vostre case grandi e piccole resteranno senza abitatori. Dieci ara ture di vigna non renderanno alla vendemmia che una misura di vino; trenta moggia di semente non ne rendranno che tre sole alla raccolta. Guai a voi che siete tutto il giorno avvinazzati e ingolfati nelle intemperanze. . . Perciò il popolo mio sarà condotto in ischiavitù, perchè non ebbe scienza, e i nobili periranno di fame, e la moltitudine perirà nella sete. Perciò la morte ha allargati senza confine i sepolcri, e vi discenderanno i forti suoi, e il suo popolo, e i suoi sublimi e gloriosi uomini. . . Guai a voi che fate tesoro d' iniquità nelle vanità vostre, e vi incatenate di delitti. . . Guai a voi che dite male il bene e bene il male, chiamando tenebre la luce e la luce tenebre, e amaro il dolce e dolce l' amaro. Guai a voi che andate boriosi della vostra scienza e della vostra politica... Guai a voi che giustificate l' empio a prezzo d'oro, e condannate l'in nocente. Per questo, saranno sterminati, come un a rida scheggia fra le fiamme. Imperochè abbandonarono la legge del Dio degli eserciti, e bestemmiarono la parola di Dio. Perciò si è acceso il furore di Dio contro il suo popolo; è distesa la sua adirata mano sopra di lui, e lo percosse; e si conturbarono i monti, e del loro putridume, come di sterco, sono ripiene le piazze. Ma in tutto questo non è ancora sazia l'ira sua, la sua mano è ancora distesa a ferire. Ed ecco che inalzerà il vessillo nelle nazioni lontane, e sibilerà contro di lui dagli ultimi confini della terra. Ed ecco ch' egli corre, e viene velocemente. . . Le sue freccie sono tutte appuntate, tutti tesi gli archi. Le ruote de' suoi carri sono come un nembo di tempesta, le unghie de cavalli duri come una selce. Il suo ruggito è come quello del leone, e ruggirà come i leoncini, e squarterà e azzafferà la preda, la terrà tra le sue zanne e non vi sarà chi la possa liberare. E griderà in quel giorno, come un mugghio di mare: guarderemo alla terra, ed ecco tenebre di tribulazione, e la luce di sparve fra le sue caligini (1). »

P. B. N. B.

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