lunedì 15 gennaio 2024

L'ULTIMA BATTAGLIA - LA DIVINA RIVELAZIONE E L'INSEGNAMENTO DELLA CHIESA

 


L'ULTIMA BATTAGLIA 


LA DIVINA RIVELAZIONE E L'INSEGNAMENTO DELLA CHIESA 


Il Nuovo Testamento ci parla della presenza di Satana così spesso, che per negare Satana bisogna negare tutta la divina rivelazione. La storia umana si apre con la tentazione del diavolo e la sua vittoria sull'uomo; continua per tutta la sua durata con vittorie continue di Satana, al punto che Gesù chiama Satana il « Principe di questo mondo » (Gv. 14,39). 

Le guerre continue, le rivolte, le stragi, le repressioni, le fughe, le schiavitù, le tratte dei negri e quelle delle bianche, la mafia, il terrorismo, la droga costituiscono le pagine di questa storia, al punto che i rarissimi popoli pacifici, perché isolati, sono popoli senza storia. 

Dalla nascita di Gesù alla fine del mondo tutte le vittorie di Gesù e della sua sposa, la Chiesa, sono precedute da una loro sconfitta tanto più grave e terribile, quanto più grande ne è seguita la vittoria. La vittoria più grande di Satana fu quella di essere riuscito a far flagellare, far sputare, far massacrare a botte, far coronare di spine, crocifiggere il più buono, il più saggio, il più bello dei figli degli uomini, il figlio di Dio, il suo stesso creatore. Satana credeva di aver così sgominato il piano di Dio; ma fu proprio lì che cominciò la sua sconfitta. « Ora il principe di questo mondo sarà cacciato fuori » (Gv. 12,31). 

Dice il Concilio Lateranense IV (anno 1215): « Noi crediamo fermamente e professiamo con semplicità un principio unico dell'universo, creatore di tutte le cose visibili, spirituali e corporee. Il diavolo e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma sono diventati cattivi da se stessi, per propria iniziativa; quanto all'uomo, egli ha peccato per istigazione del diavolo ». 

Dice il Concilio Vaticano II che la storia umana è una dura lotta contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata in origine del mondo e che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno. Perciò S. Paolo, ci ammonisce di « indossare l'armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo » (Ef. 6,11). 

« Gli uomini... ingannati dal Maligno hanno vaneggiato nei loro pensieri ed hanno scambiato la verità divina con la menzogna ... » (Lumen Gentium, n.17). Disse Paolo VI nel discorso del 15-11-1972: «Il male non è più soltanto una deficienza,  ma un'efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore»

Terribile realtà. Misteriosa e paurosa. Esce dal quadro dell'insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla esistente; ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente essa pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure la spiega come una pseudo-realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni. Il problema del male, visto nella sua complessità e nella sua assurdità rispetto alla nostra unilaterale razionalità, diventa ossessionante. Esso costituisce la più forte difficoltà per la nostra intelligenza religiosa del cosmo. Non per nulla ne soffrì per anni S. Agostino: « Quaerebam unde malum, et non erat exitus » (« io cercavo donde provenisse il male, e non trovavo spiegazione » - Confess. VII, 5,7,11 etc.). 

Ed ecco allora l'importanza che assume l'avvertenza del male per la nostra corretta concezione cristiana del mondo, della vita, della salvezza. Prima nello svolgimento della storia evangelica al principio della vita pubblica di Gesù; chi non ricorda la pagina densissima di significati della sua triplice tentazione? Poi nei tanti episodi evangelici nei quali il Demonio incrocia i passi del Signore e appare nei suoi insegnamenti? (p. es. Mt.12,43). E come non ricordare che Cristo, tre volte riferendosi al Demonio, come a suo avversario, lo qualifica « principe di questo mondo »? (Gv.12,31;14,30;16,11). E l'incombenza di questa nefasta presenza è segnalata in moltissimi passi del Nuovo Testamento. S. Paolo lo chiama il « dio di questo mondo » (II Cor. 4,4) e ci mette sull'avviso sopra la lotta al buio, che noi cristiani dobbiamo sostenere non con un solo Demonio, ma con una sua paurosa pluralità: « Rivestitevi, dice l'Apostolo, dell'armatura di Dio per poter affrontare le insidie del diavolo, perché la nostra lotta non è (soltanto) col sangue e con la carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori delle tenebre, contro gli spiriti maligni dell'aria » (Ef. 6,11-12).

Sappiamo così che questo Essere oscuro e conturbante esiste davvero, e che con proditoria astuzia agisce ancora, è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana. Da ricordare la rivelatrice parabola evangelica del buon grano e della zizzania, sintesi e spiegazione dell'illogicità che sembra presiedere alle nostre contrastanti vicende: « inimicus homo hoc fecit » (Mt. 13,28). È « l'omicida fin da principio ... e padre della menzogna », come lo definisce Cristo (Gv. 8,44-45); « è l'insidiatore sofisticato dell'equilibrio morale dell'uomo. È lui il perfido ed astuto incantatore, che in noi sa insinuarsi, per via dei sensi, della fantasia, della concupiscenza, della logica utopistica, o di disordinati contatti sociali nel gioco del nostro operare, per introdurvi deviazioni, altrettanto nocive quanto all'apparenza conformi alle nostre strutture fisiche o psichiche, o alle nostre istintive, profonde aspirazioni » (Da « L'Osservatore Romano », 16-11-1972). 

Padre Ildebrando A. Santangelo (Servo di Dio)

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