venerdì 7 agosto 2020

Ogni giorno la provvidenza di Dio sorge prima del Sole.



Esempi di vita



Padre Giovanni Salerno

è un grande missionario italiano, che cammina per le vie delle alte cordigliere delle Ande del Sud del Perù, portando consolazione ai malati come medico e l’amore di Gesù come sacerdote. Era sacerdote agostiniano; ma, con il permesso dei suoi superiori, lasciò l’Ordine per fondare il Movimento dei Servi dei poveri del terzo mondo.
Nel suo libro Missione andina con Dio, racconta come, quando aveva diciassette anni, tre oculisti di Viterbo gli dissero: “A vent’anni resterai completamente cieco!” Lo stesso superiore gli disse che doveva interrompere i suoi studi e sposarsi al più presto per avere così una sposa che potesse aiutarlo nella sua cecità. Ma pregò il Signore e scrisse al Monastero delle Agostiniane di Cassia. La badessa gli rispose che una giovane sorella si era offerta vittima per la sua salute. I superiori accettarono di portarlo, come ultima risorsa, a Roma dal celebre oculista dr. Lazzantini, che gli salvò la vista e gli disse: “Devi ritornare ai tuoi studi”. E fu ordinato sacerdote un anno prima dei suoi compagni di corso.
Fin dal principio, desiderava essere missionario in Perù. E lì lo inviarono i suoi superiori dell’Ordine Agostiniano. Dio lo ha guidato con amorosa provvidenza in tutti i sentieri per quelle alture. Racconta come il 2 febbraio 1975 fece un lungo viaggio a cavallo da Cotabambas a Tambobamba. C’era un vento che sembrava un uragano, carico di pioggia. A metà del viaggio decise con il suo accompagnatore di fermarsi. Racconta: “Restai solo e feci in modo che il cavallo mi riparasse dal vento con il suo corpo e mi riscaldasse con il suo alito, impedendo che il gelo della notte mi facesse male. Credevo di essere su un terreno piano, ma quando il fratello ritornò con la lanterna mi accorsi di essere sul bordo di un precipizio di circa 300 metri sul fiume. Il cavallo era stato per me come un angelo inviato dal cielo: si chiamava Dorato”(68).
“In questo viaggio mi ammalai gravemente, Avevo la febbre alta, tremavo dal freddo e sputavo sangue. Nel paese non c’era strada di accesso né c’erano medicine. I nobili del luogo mi odiavano, perché difendevo i poveri... Giunsi ad un tale stato di gravità da non potere né mangiare né muovermi. Qualcuno commentava già che in paese non c’era legname per farmi la cassa. Dopo molti giorni di sofferenza, arrivò un camion, di cui approfittai per essere portato a Cuzco... Il mio stato peggiorò e mi amministrarono l’unzione degli infermi. Il giorno seguente, mi portarono in aereo a Lima. Mi aspettavano con una autoambulanza all’aeroporto. Però non ne ebbi bisogno; perché, come l’aereo raggiunse una certa altitudine su livello del mare, iniziai a sentirmi di nuovo bene ed ero migliorato rapidamente e sorpredentemente”(69).
“Un giorno stavo predicando un ritiro spirituale a Babylon (Usa), quando si avvicinò una vecchietta e mi diede una busta dicendomi: - Fra due giorni compirò 85 anni e, invece di festeggiarlo con i miei nipoti, parenti e amici, ho deciso di dare a voi i miei risparmi. - Aprii la busta, pensando all’obolo della vedova del Vangelo... E con grande sorpresa e emozione, vi trovai la rispettabile somma di 5.000 dollari. Sia eternamente benedetta la divina provvidenza”(70).
“Un signore di Ajofrin (Toledo) ci aveva regalato 14 ettari di terreno per costruire il seminario. Si collocò la prima pietra il 3 dicembre 1989. Ma, in quel momento, non avevamo nulla... Sentii un forte brivido solamente al pensare che la nostra cassa era vuota... Però, per fortuna, non ci mancava una grande fede nella divina provvidenza... Pochi mesi dopo, ci informarono che alcuni benefattori cinesi di Macao avevano inviato un assegno di 250 dollari come prima di altre offerte che ci avrebbero inviato successivamente. Ma, in una seconda chiamata telefonica, ci informarono che in realtà l’assegno non era di 250 ma di 250.000 dollari... Con quella somma coprimmo la metà delle spese per la costruzione del seminario e della cappella. L’altra metà ce la diedero una coppia di sposi”(71).
“Una volta, ero sommerso da problemi enormi. Avevo urgente bisogno di una costruzione più ampia e funzionale per la futura Opera San Tarcisio. Santa Teresina del Bambino Gesù, ci fece trovare, in modo provvidenziale, prima 83 ettari di terreno e poi di fianco, altri 140. Servirà per una scuola privata e gratuita per i bambini poveri, come casa per gli orfani dell’internato, per una scuola di arte e uffici, per la comunità destinata alla riabilitazione dei piccoli drogati, per il monastero, ramo contemplativo dei Servi dei poveri del terzo mondo, per produzione agricola, ecc. E nel centro di tutto, era prevista la chiesa con l’adorazione continua. Avevamo già il terreno, ma mancavano i fondi per la costruzione.
Nel febbraio del 2000, ricevetti la gradita visita di una coppia di sposi del Messico. Li accompagnai a visitare il terreno... Quella stessa mattina avevo ricevuto minacce di espulsione tanto che si pretendeva di trasmettere immediatamente una risposta telefonica in tal senso da Cuzco a Roma (alla Congregazione di Propaganda Fide). Quel giorno soffrii moltissimo, ma le grazie furono maggiori e più potenti delle lacrime causate da chi, investito di autorità, mi invitava a decisioni che mi erano estranee. Quello stesso giorno, nel pomeriggio, i due sposi, anche loro devoti di santa Teresina, con voce emozionata.... Mi offrirono un assegno di due milioni di dollari... Il dono fu un segnale di predilezione della provvidenza verso il nostro movimento, un vero miracolo che ci arrivò in silenzio. Per noi, quel denaro aveva un valore enorme, non tanto per il suo valore finanziario, certamente abbondante, quanto per il momento provvidenziale in cui ci fu donato... Per questo, sulla collina del terreno del miracolo pensammo di elevare un monumento a santa Teresina del Bambino Gesù”(72).
“I patroni del movimento sono, dopo la Vergine Santissima, sant’Agostino e santa Teresa d’Avila. Santa Teresa di Gesù pregò e soffrì per gli indios della Cordigliera. Amò tanto gli indios che ebbe da Dio il dono della bilocazione, che le permise di visitare la Cordigliera delle Ande.! In una lettera (del 17 gennaio 1570, n. 20) indirizzata a suo fratello Lorenzo, che viveva a Quito, ci fa sentire quanto sanguinava il suo cuore per gli indigeni delle Ande. Dice: - E questi indios non mi costano poco”(73).
“Quanto è importante confidare sempre nella divina provvidenza! Cosa sarebbe di noi, se la provvidenza non accendesse ogni giorno il nostro forno e non ci procurasse i cento chili di farina di cui abbiamo bisogno tutti i giorni per preparare il pane con il quale diamo da mangiare a più di 900 bambini e ragazzi che assistiamo nella nostra casa? Ogni giorno necessitiamo di 100 chili di farina, senza contare vestiti, libri, quaderni, medicine, operazioni chirurgiche, pensioni scolastiche... Ogni giorno per mandare avanti questa grande famiglia attendiamo il miracolo della divina provvidenza, per intercessione di Santa Maria, Madre dei Poveri”(74).
“La divina provvidenza ci sostiene per aiutare tanti poveri e bisognosi. Il Signore sa dove siamo, sa quello che facciamo e sa come arrivare fino a noi. è qualcosa di commovente vedere come ci arrivano donazioni, soprattutto, di giovani coppie di sposi del Belgio ed anche dell’Italia, frutto di una curiosa iniziativa, adottata da qualche tempo. Negli inviti per i loro matrimoni danno chiaramente questo messaggio: -Non portate regali. Il denaro che volevate spendere, per comperare un regalo per noi, portatecelo affinché possiamo offrirlo ai bambini dei Servi dei poveri del terzo mondo. - Sono anche offerte di padri e madri di famiglia, che per l’anniversario dei loro 50 anni o più, invitano i loro familiari ed amici ad offrire denaro, a favore dei nostri bambini abbandonati, invece del regalo che avrebbero voluto fare in questa occasione. Sono, infine, persone che prima di morire chiedono ai loro parenti di non sprecare il denaro per i fiori per poter così inviare tutto il denaro risparmiato ai bambini poveri del Perù”(75).
Però, non è solamente il denaro che serve ai missionari, ma valgono molto di più le preghiere. Padre Salerno dice che nella parrocchia di Canicattì, provincia d’Agrigento, dove lavorò appena ordinato sacerdote, una giovane, Angela, gli aveva dato tutti i suoi risparmi per la Missione in Perù, dove era stato destinato. Ma, inoltre, “un giorno uscendo dall’adorazione del Santissimo, mi confidò un segreto: - Ti ho dato tutto, ma è meglio che io muoia prima che tu parta. Così ti preparo il terreno. Non conosci la lingua e non sei preparato per la Missione. Per questo io vado a prepararti la strada. - Infatti morì tre giorno dopo, in quello stesso ospedale dove avevo fatto pratica come medico missionario. Si era offerta vittima per la Missione”(76).
Gesù personalmente benediceva la sua missione. “Un giorno a Antabamba, appena vi giunsi, all’inizio della missione, si presentò un povero indio. Ricordo molto bene quel giorno: pioveva e lui era scalzo, cencioso, e con il corpo coperto di piaghe. Cercai di curarlo nel miglior modo possibile. Appena se ne andò, il dispensario fu pervaso da un profumo straordinario, un profumo di gelsomino. Però ad Antabamba non cresce nessun gelsomino e meno ancora in quel tempo freddo di pioggia, quando lì non sboccia nessun fiore. è questo il ricordo meraviglioso di un povero che si avvicinò a me e che il Signore volle avvolgere di questo soave profumo per farci pensare a lui, presente soprattutto nei poveri”(77).
Padre Salerno sacerdote innamorato di Gesù, dice: “Dio mi ha fatto la grazia di non mancare mai, neppure un solo giorno la celebrazione della santa messa, che costituisce per me l’unica fonte di energia e mi fa sentire sempre giovane”. E ricorda continuamente ai suoi figli: “Confidate sempre nella divina provvidenza e nella perenne gioventù di Cristo”. E ripete costantemente: “Chi serve i poveri presta a Dio. Il Signore si servì di me come asino per portarlo lungo gli stretti sentieri dell’alta cordigliera delle Ande”.


ángel Peña

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