domenica 16 ottobre 2022

FUGGITA DA SATANA

 


MICHELA

La mia lotta per scappare dall'Inferno


La mia vera "prima comunione"

Tornando con il pensiero ai primissimi giorni dopo il mio arrivo a Nuovi Orizzonti, ho 'il flash di una Messa nella parrocchia di Trigoria, in compagnia di Chiara. Stavamo proprio sul fondo della chiesa e ho ben impresso il particolare di una bambina di circa quattro anni che mi guardava. All'improvviso ho perso i sensi e sono crollata: mi chiedo sempre quale impressione possa averne avuto quella bimba! Con l'aiuto di altri ragazzi della comunità mi riportarono a casa e poi venni trasferita nell'appartamento segreto.

Durante il tragitto che ogni giorno percorrevamo per recarci dall'esorcista, passavamo davanti a un edificio che colpì la mia attenzione. Venni a sapere da uno dei giovani che mi accompagnava che era l'antico monastero di san Gregorio al Celio, da qualche tempo affidato alle suore di madre Teresa di Calcutta. Raccontai a questo amico la storia della Missionaria della Carità che, qualche settimana prima, avevo visto in metropolitana e in treno e decidemmo di fare un salto da loro.

Ci ricevette la superiora e spiegai quello che mi era successo, descrivendole fisicamente la consorella. Lei mi rispose che assomigliava tanto a una suora che effettivamente si trovava in quella comunità. La mandò a chiamare e, quando la vidi, la riconobbi immediatamente. Raccontai anche a lei la storia che l'aveva vista protagonista, ma la sua reazione fu: «Non ho mai preso la metropolitana in queste settimane, e tanto meno quel treno. D'altra parte madre Teresa ci ha ordinato di muoverci sempre in coppia, dunque non è proprio possibile che tu mi abbia visto in giro da sola». Allora replicai che mi ricordavo un taglio che aveva sull'abito. Controllammo, ed effettivamente c'era quel rammendo a forma di 7 che avevo descritto al mio amico. Tutti ci guardammo con l'aria di dirci:

«Qualcosa è successo, ma la spiegazione non la conosciamo». Finì con un sorriso e con una preghiera nella cappellina.

La prima grande liberazione, citata da padre Raffaele nella sua testimonianza, avvenne nella nottata fra il 26 e il 27 gennaio. Intanto era giunto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il permesso per ricevere la comunione. Essendo ancora in pericolo di vita, dato che erano arrivati segnali che la setta mi stava cercando per uccidermi, il vescovo e Chiara mi concessero una speciale autorizzazione per fare anche la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e per pronunciare le promesse all'interno di NuoviOrizzonti.

Si trattava di un'eccezione davvero rilevante, in quanto le norme della comunità prevedono almeno un anno di preparazione; d'altra parte avevano pensato che la mia scelta di consacrarmi al Signore avrebbe potuto essermi di grande aiuto perché le preghiere di esorcismo potessero portarmi al più presto a una definitiva liberazione dal potere che io stessa avevo dato a Satana consacrandomi a Lui, La mia ripetuta richiesta era stata questa: ti prego Chiara dammi la possibilità di consacrare la mia vita al Signore con la preghiera di consacrazione che fate nella comunità Nuovi Orizzonti; lo so che non ne sono affatto degna ma è l'unico modo che ho per ringraziare il Signore per avermi strappato dall'Inferno. Inoltre se i membri della mia setta dovessero trovarmi e uccidermi (ero convinta che ci sarebbero riusciti) desidero tanto poter morire avendo consacrato la mia vita a Dio!

Quando si pensò al luogo nel quale celebrare questa cerimonia, mi venne spontaneo suggerire il monastero di San Gregorio al Celio, in modo da condividere con le suore di madre Teresa un avvenimento così particolare. Alle 9 di sera andammo nella loro cappellina e fu celebrata la Messa. Come lettura scegliemmo il brano evangelico di Gesù nel Getsemani: nel momento in cui ho ricevuto l'ostia mi sono sentita insieme con lui in quella solitudine, ho percepito tutto il male che avevo fatto e tutto il dolore che gli era ricaduto addosso.

Poi ho compreso che lui aveva pagato anche per me sulla croce e ho ripetuto in sua compagnia: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Luca 22,42). Il mio era un calice davvero pieno di dolore e di angoscia, perché iniziavo a capire quanto fossero gravi i sacrilegi che avevo compiuto. Contemporaneamente sentivo così forte l'Amore di Dio per me e l'amore che mi trasmettevano le persone che avevo accanto, da provare una pace immensa che mi penetrava sin nel profondo del cuore.

Quindi pronunciai le mie prime promesse di castità, povertà, obbedienza e gioia, secondo la preghiera di consacrazione della Comunità Nuovi Orizzonti.

Scendendo dalle scale della chiesa, ricordo che Chiara mi disse, tenendomi sottobraccio: «Per la povertà non avrai problemi, perché tanto non possediamo niente; per la castità sarà per te durissimo; per l'obbedienza con un tipo ribelle come te ci vorrà davvero un miracolo!».

Quella consacrazione fu veramente per me una grande grazia e un aiuto fondamentale. Mi bastava guardare Chiara negli occhi per farmi pensare: «Be', se questo passo mi può portare a una pienezza di gioia come la sua, firmo subito!». Tante volte, in precedenza, mi ero detta che - malgrado avessi tanti soldi e potessi comprare tutto ciò che volevo - avrei mollato ogni cosa per provare un minuto di vera gioia. Non di contentezza, che è qualcosa che passa, ma di quella gioia interiore che nessuno ti può togliere. Oggi per me la pienezza della gioia è fotografata nel sorriso di Chiara e in quel suo primo abbraccio, che mi aveva reso tangibile l'Amore di Dio.

In effetti l'attenzione maggiore di Chiara nei miei confronti è stata sempre quella di non mettersi mai in primo piano, ma di ricondurmi costantemente a Gesù. Lei mi diceva: «Io oggi ci sono, domani non lo so. Nuovi Orizzonti è un'opera bellissima, ma può darsi che un giorno crolli. L'unica cosa che non crollerà mai - ricordatelo - è Dio. O ti radichi veramente in Colui che è l'Amore, la risposta a tutto quanto il tuo cuore cerca, oppure correrai sempre il rischio di restare con un pugno di fumo in mano e con un vuoto incolmabile nell'anima Ed era vero, perché io avevo provato di tutto, ma alla fine mi ero ogni volta trovata sola, depressa e fallita.

 

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