mercoledì 3 gennaio 2024

CONTRO L’IPOCRISIA

 


LEGGENDA PERUGINA

( COMPILAZIONE DI ASSISI )


CONTRO L’IPOCRISIA

40. Qualcosa di simile avvenne in altro tempo, allorché fece la quaresima di san Martino in un romitaggio. Siccome l’olio riusciva nocivo a Francesco nelle sue malattie, i fratelli condivano con lardo i cibi che gli preparavano. Finita la quaresima, esordì con queste parole una predica alla folla riunita non lontana da quell’eremo: «Voi siete venuti da me con gran devozione e mi credete un santo uomo. Ma io confesso a Dio e a voi che, durante questa quaresima, ho mangiato cibi conditi con lardo».

Succedeva di frequente che, se i frati o amici dei frati, mentre Francesco mangiava con loro, gli offrissero qualche portata speciale per riguardo al suo stato di salute, egli si affrettava a dichiarare, in casa o nell’uscire, davanti ai frati e alla gente che non conosceva quel particolare: «Ho mangiato questi cibi». Non voleva restasse nascosto agli uomini, ciò che era noto agli occhi di Dio.

In qualunque luogo si trovasse, in compagnia di religiosi o secolari, se gli avveniva di avere lo spirito turbato da vanagloria, superbia o altro vizio, all’istante se ne confessava dinanzi a loro, crudamente, senza cercare attenuanti. A questo proposito, un giorno confidò ai suoi compagni: «Io voglio vivere nell’intimità con Dio negli eremi e negli altri luoghi dove soggiorno, come se fossi sotto lo sguardo degli uomini. Se la gente mi ritiene un santo e non conducessi la vita che a un santo si addice, sarei un ipocrita».

Una volta, d’inverno, per la sua malattia di milza e per il freddo che pativa allo stomaco, uno dei compagni, che era il suo “guardiano”, acquistò una pelle di volpe e gli chiese il permesso di cucirgliela all’interno della tonaca, sopra lo stomaco e la milza, per ripararli dal gran freddo. Francesco in ogni tempo della vita da quando cominciò a servire Cristo fino al giorno della morte, non volle avere né indossare che soltanto una tonaca, rappezzata quando lo desiderava. Egli dunque rispose: «Se vuoi che io porti sotto la tonaca quella pelle, fai cucire di fuori un pezzo di quella stessa pelle, affinché la gente veda bene che dentro ho una pelliccia».

Così fu fatto. Ma non la portò a lungo, sebbene gli fosse necessaria per la salute.

Traduzione di VERGILIO GAMBOSO

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