Di coloro che un tempo si contaminavano con gli animali o con i maschi, o che ancora oggi languono in questo vizio.
"A coloro che hanno vissuto in modo irragionevole e hanno contaminato gli altri con la lebbra di un delitto ingiusto, il sacro sinodo comanda di pregare insieme, come ai superstiti dello spirito immondo. Non ha detto: quelli che corrompono gli altri con la lebbra di un delitto ingiusto, ma quelli che inquinano. Questo è ovvio. Questo è in accordo con la prefazione del documento stesso, dove non è all'inizio che si parla di corrotti ma di inquinati. Sembra, quindi, che non importa quanto un uomo sia contaminato da un altro uomo, dall'ardore dell'impulso sessuale, gli viene comandato di pregare, non con i cattolici, ma con gli indemoniati. Di modo che, se gli uomini carnali non possono comprendere da se stessi ciò che sono, possono impararlo almeno da coloro che sono confinati come loro in una comune ergastula di preghiera.
Ed è certamente giusto che coloro che, contro la legge della natura e contro l'ordine della ragione umana, cedono la loro carne ai demoni per questi vili traffici, condividano un angolo di preghiera con gli indemoniati. Poiché la natura umana si oppone con tutte le sue forze a questi mali, come aborrisce l'opposizione alla diversità dei sessi, è più chiaro che mai che essi non oserebbero mai compiere atti così ripugnanti e bizzarri se gli spiriti iniqui non li possedessero completamente come vasi d'ira preparati per la distruzione. Ma quando cominciano a possederli, infondono il virus mortale della loro malignità in tutto il seno invaso che riempiono, così che desiderano avidamente non ciò che il movimento naturale della carne brama, ma ciò che la sola sconsideratezza diabolica procura. Infatti, quando un uomo si precipita (9174C) su un uomo per perpetrare l'immoralità, non si tratta di una tendenza naturale della carne, ma solo del pungolo di un impulso diabolico. Fu quindi con grande discernimento che i santi padri decretarono di pregare contemporaneamente per i sodomiti e per i posseduti dal demonio. Questo perché non avevano dubbi che fossero invasi dallo stesso spirito diabolico. Come può allora, in virtù della dignità del ministero sacerdotale, mediare tra Dio e il popolo chi, separato dall'intera comunità, ha sempre e solo il diritto di pregare con i demoniaci? Poiché ci siamo preoccupati di presentare due testimonianze tratte da un sacro concilio, inseriremo ciò che il grande Basilio pensa del vizio in discussione, in modo che la parola di due o tre testimoni ponga fine a qualsiasi controversia.
San Pier Damiani
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