sabato 6 gennaio 2024

Il Dogma dell'Inferno.

 

La Storia del Giappone ci parla degli orribili gorghi del monte Ungen vicino a Nangasachi. La vetta di questo, molto alta, si sparte in tre punte, di cui gli intervalli formano voragini spaventose; donde si levano intermittenti vortici di fiamme, e boglienti acque e fanghi cocenti, con esalazioni sì fetide, che quelle gore si hanno dalla gente del paese per fogne dell'Inferno. Tutti gli animali le sfuggono con orrore, e gli stessi uccelli non volanvi sopra impunemente, per quanto in alto levati. Il tiranno Bugondono, signore di Ximabara, pensò di farvi tuffar dentro i cristiani; ed ognuno si figuri la spaventevole agonia, di quei miseri, alla quale non venia la morte a por fine, perché si avea cura di estrarne i dolenti, prima che rimanessero soffocati; ed allora, inzuppati da quelle sulfuree acque, i corpi dei martiri si copriano di orrende pustule, scoppianti ben tosto in maligna piaga, onde ne cadeano putrefatte le carni; e così ridotti, come cadaveri in luoghi immondi si abbandonavano. Sono questi però i tormenti dell'Inferno? Un'ombra, se pure! 

    Il medesimo Bugondono inventò altri non più uditi supplizii per combattere il cristianesimo. Un giorno gli furono condotti sette cristiani, giubilanti in aver da patire per Gesù Cristo. Montò in furore a tal vista il tiranno, e fatte piantar sette croci, quelli vi fece configgere, ordinando che lor si segasser le membra con taglienti canne ed insieme s'introducesse del sale nelle ferite, Il supplizio si eseguì con lentezza crudele, tanto che durò cinque giorni; e per raffinatezza di barbarie vi erano medici a far prendere dei cordiali ai martiri, con che potessero più a lungo reggere nel supplizio. È questo uno dei tormenti dell'Inferno? Un'ombra, se pure! 

    All'invasione dei calvinisti in Olanda, avendo questi settarii preso alcuni sacerdoti gesuiti a Mastricht, vollero su di essi sbramare tutta la crudeltà del diabolico loro odio. Dopo averli dunque colmati di scherni e di oltraggi, fecer loro serrare il collo in cerchi di ferro armati di punte e di coltelli; e così le braccia e le gambe in anella somiglianti; poi li misero a sedere su scanni gremiti di chiodi; di sorte che i martiri non poteano stare né muoversi senza tormento. Appresso li attorniarono di fiamme per bruciarli a fuoco lento; quale tortura! Se i pazienti duravano immobili, erano bruciati; se agitavansi erano straziati dalle punte e dai coltelli. I servi di Dio trionfarono coll'aiuto della grazia di tanta barbarie; ma non è men vero però che i tormenti furono oltre misura spietati. Ma sono poi uno di quelli dell'Inferno? Un'ombra, se pure! 

del R. P. SCHOUPPES S.J. 

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