venerdì 10 settembre 2021

Lo stato tristissimo di degrado in cui giace la Chiesa finirà in una terribile purificazione nel sangue; dopo spunterà il suo più grande trionfo e la pace

 


LA PASSIONE DELLA CHIESA NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA


Lo stato tristissimo di degrado in cui giace la Chiesa finirà in una terribile  purificazione nel sangue; dopo spunterà il suo più grande trionfo e la pace: 

Trovandomi nel solito mio stato, mi son trovata fuori di me stessa, dentro di una  chiesa dove c’era un sacerdote che celebrava il divin Sacrificio, e mentre ciò faceva  piangeva amaramente e diceva:  “La colonna della mia Chiesa non ha dove poggiarsi!”  

Nell’atto che ciò diceva ho visto una colonna, la cui cima toccava il cielo, e al disotto  di questa colonna stavano sacerdoti, vescovi, cardinali e tutte le altre dignità che  sostenevano la detta colonna; ma, con mia sorpresa, ho fatto per guardare e ho visto che  di queste persone, chi era molto debole, chi mezzo marcito, chi infermo, chi pieno di  fango; scarsissimo era il numero di quelli che si trovavano in stato di sostenerla, sicché  questa povera colonna, per le tante scosse che riceveva al disotto, tentennava senza  potere stare ferma. Al disopra di detta colonna c’era il Santo Padre, che con catene  d’oro e coi raggi che mandava da tutta la sua persona, faceva quanto più poteva per  sostenerla, per incatenare ed illuminare le persone che dimoravano al disotto, benché  qualcuna sfuggisse per avere più agio a marcire e ad infangarsi, e non solo, ma per  legare ed illuminare tutto il mondo.  

Mentre ciò vedevo, quel sacerdote che celebrava la Messa (sto in dubbio se fosse un  sacerdote oppure Nostro Signore, ma dal parlare era Gesù;  non so dire di certo), mi ha  chiamata vicino a sé e mi ha detto: “Figlia mia, vedi in che stato lacrimevole si trova la  mia Chiesa: quelle stesse persone che dovevano sostenerla, vengono meno e con le  loro opere l’abbattono, la percuotono e giungono a denigrarla. L’unico rimedio è che  faccia versare tanto sangue, da formare un bagno per poter lavare quel marcioso  fango e sanare le loro piaghe profonde, affinché sanate, rafforzate, abbellite in quel  sangue, possano essere strumenti abili a mantenerla stabile e ferma”.  

Poi ha soggiunto: “Io ti ho chiamato per dirti: vuoi tu essere vittima e così essere  come un puntello per sostenere questa colonna in tempi così incorreggibili?”  

Io in principio mi son sentita correre un brivido per timore di non avere la forza, ma  poi subito mi sono offerta ed ho pronunziato il “Fiat”. (…) 

Dopo ciò, ho visto la sanguinosa strage che si faceva di quelle persone che stavano al  disotto della colonna. Che orribile catastrofe! Scarsissimo era il numero che non  rimaneva vittima! Giungevano a tale ardimento, che tentavano d’uccidere il Santo Padre. Ma poi pareva che quel sangue sparso, quelle sanguinose vittime straziate erano  mezzi per rendere forti quelli che rimanevano, in modo da sostenere la colonna, senza  farla più tentennare. Oh, che felici giorni!  Dopo ciò spuntavano giorni di trionfo e di  pace;  la faccia della terra pareva rinnovata,  la detta colonna acquistava il suo primitivo  lustro e splendore. O giorni felici, da lungi io vi saluto, che tanta gloria darete alla mia  Chiesa e tanto onore a quel Dio che ne è il Capo!  (Vol. 3°, 01.11.1899) 1 

Nessun commento:

Posta un commento