sabato 6 gennaio 2024

Con i santi Magi ti adoriamo

 


O Gesù,

con i santi magi t'adoriamo,

con essi ti offriamo

i tre doni della nostra fede

riconoscendoti e adorandoti

quale nostro Dio

umiliato per nostro amore,

quale uomo rivestito di fragile carne

per patire e morire per noi

e nei tuoi meriti sperando,

siamo sicuri conseguire l'eterna gloria;

con la nostra carità

ti riconosciamo sovrano d'amore

dei nostri cuori,

pregandoti che nella tua infinita bontà

ti degni di gradire

ciò che tu stesso ci hai donato.

 

Degnati trasformare i nostri cuori

come trasformasti quelli dei santi magi,

e fa' ancora che i nostri cuori,

non potendo contenere gli ardori della tua carità,

ti manifestino

alle anime dei nostri fratelli

per conquistarle.              

Il tuo legno non è lontano

e tu facci partecipare al tuo trionfo

sulla terra, per poi partecipare

al tuo regno nel cielo.

Fa che non potendo contenere

le comunicazioni della tua divina

carità, predichiamo con l'esempio

e con le opere la. tua divina regalità.

Prendi possesso dei nostri cuori

nel tempo per possederli nell'eternità;

che mai ci togliamo da sotto il tuo scettro:

né la vita né la morte

valga a separarci da te.

La vita sia vita attinta da te

a larghi sorsi d'amore

per spandersi sull'umanità

e che ci faccia morire ad ogni istante

per vivere solo di te

e spandere te nei nostri cuori.

(Epist. IV 887-888)

 

Abitiamo con la fede viva, colla speranza ferma e coll’ardente affetto nel cielo, col vivissimo desiderio finchè siamo aviatori, per potervi un giorno quando a Dio piacerà, abitarvi colla persona».

(Epist. II, 453)

«Se tu non hai né sufficiente oro, né incenso per offrire a Gesù, avrai almeno la mirra dell'amarezza: e mi conforta il sapere ch'egli l'accetta volentieri, come se cotesto frutto di vita volesse essere posto nella mirra dell'amarezza, sia nel suo nascimento, sia nella sua morte: Gesù glorificato è bello; ma a me sembrami che lo sia maggiormente crocifisso.

Deh! dunque, ama più agonizzare con Gesù nell'orto, che compassionarlo perché più ti rassomigli al divin Prototipo».

(Epist. IV, 420-421)


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