Quando il fuoco divino, venendo dall’alto, incomincia a infiammare il cuore dell’uomo,
le passioni subito diminuiscono e perdono la loro forza;
il peso, da grave che era, si fa più lieve;
e, nella misura in cui cresce l’ardore, non è difficile che il cuore umano si senta così leggero da prendere ali come di colomba.
Fuoco beato, che non consumi, ma illumini;
e, se consumi, distruggi le cattive disposizioni perché la vita non si spenga!
Chi mi darà di essere avvolto in questo Fuoco?
Un Fuoco che mi purifichi, togliendo dal mio spirito,
con la luce della vera sapienza, il buio dell’ignoranza e l’oscurità di una coscienza erronea;
che trasformi in amore ardente il freddo della pigrizia, dell’egoismo e della negligenza.
Un Fuoco che non permetta al mio cuore di indurirsi, ma col Suo calore lo renda sempre malleabile, obbediente e devoto; che mi liberi dal giogo pesante delle preoccupazioni terrene e dei desideri terreni,
e, sulle ali della santa contemplazione che nutre e aumenta la carità, porti il mio cuore tanto in alto da farmi ripetere col profeta: "Rallegra l’anima del Tuo servo: o Signore, innalzo a Te l’anima mia” (Sal 85,4).
San Roberto Bellarmino
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