La Battaglia Finale del Diavolo
Non v’è pace nella Chiesa
Che dire della pace all’interno della Chiesa stessa? Anche qui, la Vergine di Fatima ci aveva messi in guardia e anche in questo caso i Suoi avvertimenti sono stati ignorati da quegli uomini che ci dicono che il Terzo Segreto di Fatima “appartiene al passato”. Mentre andava in stampa la prima edizione di questo libro, la corruzione ed il collasso dell’elemento umano della Chiesa degli ultimi quarant’anni giungevano prepotentemente alla ribalta al mondo intero, riempiendo le pagine dei giornali e facendo sì che la Chiesa venisse profondamente umiliata. Questo accadeva perché gli ecclesiastici stessi avevano scelto di non ascoltare il Messaggio di Fatima, che ci aveva dato gli strumenti per conoscere in anticipo e contrastare l’infiltrazione omosessuale che ormai infuria senza controllo all’interno del sacerdozio.
Mentre stava per essere ultimata la prima edizione di questo libro, nel 2000, la stampa cominciò a denunciare lo scandalo della pedofilia nell’Arcidiocesi di Boston – dove le attività di sacerdoti pedofili erano state nascoste per decenni dal Cardinale Law. Per paura di essere considerate responsabili, una diocesi dopo l’altra, in Nord America, cominciarono a fornire alle autorità investigative le liste di sacerdoti sospettati di abusi sessuali, dopo che per anni queste cose erano state tenute nascoste alle vittime e ai familiari, continuando a spostare i colpevoli da un posto all’altro. Newsweek, National Review e tanti altri giornali locali e nazionali, titolarono a piena pagina in merito agli abusi pedofili da parte dei sacerdoti di quelle diocesi.
Ancor oggi si può solo provare ad immaginare cosa vi sia sotto la punta di quell’iceberg. È ormai risaputo che tra i pochi uomini che entrano nei seminari “principali,” quelli cioè che aderiscono alle “riforme” post-conciliari, una larga percentuale di questi è costituita da omosessuali. Padre Donald Cozzens, direttore del Seminario di Santa Maria a Cleveland, in Ohio, nel suo libro The Changing Face of the Catholic Priesthood ammise ciò che era sotto gli occhi di tutti: “Il problema di quest’inizio del 21° secolo è la concezione, sempre più diffusa, che il sacerdozio sia, o stia diventando, una professione omosessuale.... i seminaristi eterosessuali sono evidentemente a disagio per colpa dei numerosi omosessuali che li circondano... I seminaristi integerrimi si sentono fuori luogo e possono interpretare questa loro condizione interiore come un segno che in realtà non possiedono la vocazione... i contatti sessuali ed i rapporti romantici tra seminaristi omosessuali creano un intricata e intensa ragnatela di gelosie e rivalità.”490
La piaga dell’abuso sessuale e della perversione tra i sacerdoti non si limita certo al Nord America. Francia, Inghilterra e Spagna hanno anche loro i propri scandali, che coinvolgono sacerdoti omosessuali e pedofili. Persino un eminente Arcivescovo Polacco è stato rimosso dal Vaticano per via dei sacerdoti che egli stesso aveva molestato ed abusato sessualmente. Nel giugno 2009, Papa Benedetto XVI ha sospeso, accettandone poi le dimissioni, il Vescovo Uruguaiano di Minas, Francisco Domingo Barbosa da Silveira, dopo che questi era stato ricattato da due seminaristi, con i quali aveva avuto una relazione omosessuale, per mezzo di foto dei loro incontri scattate con un cellulare.491
Ma gli scandali non si limitano alla condotta omosessuale. In Africa, un grande scandalo riguardante abusi sessuali sulle suore, da parte di alcuni sacerdoti Africani, è stato portato alla ribalta dalla stampa mondiale ed è stato anche ammesso dal Vaticano. Il portavoce Vaticano, Padre Bernardo Cervellera (direttore di Fides, l’agenzia stampa missionaria del Vaticano) ha rilasciato quest’oltraggiosa dichiarazione, in difesa di quei misfatti: “Il problema è circoscritto ad alcune zone subsahariane in Africa, ed è di carattere culturale, dato che in quell’area le donne sono giudicate in maniera negativa, così come il valore del celibato... Non sono casi di violenza ‘psicopatica’ contro le donne, ma piuttosto un ‘modo di vivere’ che è comune in quella regione..”. L’abuso di alcune suore da parte di sacerdoti Africani sarebbe quindi “un modo di vivere” tipico dell’Africa! I sacerdoti Africani semplicemente non apprezzerebbero il “valore” del celibato! Secondo la Reuters, il Vaticano “sta tenendo d’occhio la situazione... ma finora non è stata intrapresa alcuna azione diretta.”492
Tuttavia, mentre non veniva intrapresa alcuna “azione diretta” da parte del Vaticano contro quei sacerdoti che abusavano sessualmente alcune suore, Padre Nicholas Gruner veniva invece dichiarato “sospeso” nell’unico annuncio pubblico della Congregazione per il Clero che nel 2001 abbia riguardato la “disciplina” di un sacerdote, quando esistono oltre 260.000 sacerdoti diocesani di tutto il mondo – una “sospensione” per un crimine che non è mai stato specificato, perché non esiste. “Sospeso”, in effetti, solamente perché Padre Gruner non aveva cessato di promuovere l’autentico Messaggio di Fatima. Queste sono le priorità del Vaticano sotto il “nuovo orientamento” della Chiesa Cattolica e la Linea del Partito su Fatima del Segretario di Stato.
Ma per quanto infamanti possano essere questi scandali sessuali, che abbiamo appena riportato, essi impallidiscono di fronte a quello ben più grande dell’apostasia del clero e dei laici Cattolici.493 Solamente un anno dopo la pubblicazione della prima edizione di questo libro, e due anni prima di morire, Giovanni Paolo II dichiarò nella sua Esortazione Apostolica Ecclesia in Europa che: “La cultura europea dà l’impressione di una ‘apostasia silenziosa’ da parte dell’uomo sazio che vive come se Dio non esistesse.” Come abbiamo già visto, anche il successore di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, ha sin d’allora denunciato il fatto che “in vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più nutrimento,” e che dopo il Concilio Vaticano Secondo “si è smesso di parlare di certe verità fondamentali della fede, come il peccato, la grazia, la vita teologale e i novissimi,” e che la Chiesa soffre ora per via di un “ambiente ecclesiale secolarizzato” e persino un “deserto senza Dio.”
Proprio così, un deserto senza Dio. Si sa ormai da tempo che la maggioranza dei Cattolici, vittime di decenni di “riforme” liturgiche ed ecumeniche senza senso, non possiedono più fede nella Santa Eucaristia e non considerano più la loro Chiesa come un qualcosa di diverso da una qualsiasi chiesa Protestante; né si sentono più in obbligo di seguire i Suoi insegnamenti in materia di matrimonio e procreazione. I seminari e i conventi Europei e Nord Americani sono tristemente vuoti oppure chiusi del tutto, ad eccezione di quelli operati da piccoli ordini “tradizionalisti” (come la Società di San Pio X e la Fraternità Sacerdotale di San Pietro) che seguono “i vecchi metodi”. Non vi sono assolutamente vocazioni a sufficienza per rimpiazzare i vecchi sacerdoti che nella Chiesa “principale” stanno morendo o andando in pensione. Questo spiegherebbe come mai Papa Benedetto stia tentando di far cambiare alla Chiesa quella rotta che ha seguito nei quarant’anni che hanno preceduto il suo pontificato: “liberando” la Messa tradizionale in Latino e dichiarando che qualsiasi sacerdote Cattolico è libero di celebrarla; rifiutandosi di impartire la Comunione nella mano durante le Messe del Papa; chiedendo una “ermeneutica della continuità” tra il Vaticano II e i costanti insegnamenti della Chiesa preconciliare; rimuovendo la “scomunica” dei vescovi della Società di San Pio X; infine, organizzando incontri teologici con i rappresentanti della Società, proprio in relazione al problema della conformità del Vaticano II alla Tradizione Cattolica. È significativo il fatto che il Papa non abbia semplicemente ordinato agli appartenenti della Società di San Pio X di “obbedire al Vaticano II” (un concetto che ha di per sé poco senso), ma si è al contrario impegnato a discutere del Concilio e dei suoi veri insegnamenti – un chiaro segno del fatto che il Concilio è stato in realtà un enorme problema senza precedenti per la Chiesa.
Come abbiamo suggerito nel Capitolo 15, è molto probabile che Papa Benedetto – che aveva letto il Terzo Segreto nella sua integralità, quand’era ancora Cardinale Ratzinger – abbia preso queste iniziative, una volta divenuto Papa, perché sa che il Segreto avverte di un’apostasia nella Chiesa, forse in relazione ad un Concilio problematico e alla confusione che ne sarebbe seguita. Malgrado il potente partito antiFatima dell’apparato Vaticano abbia convenientemente giudicato “non autentico” il testo mancante del Terzo Segreto, non è forse evidente che - seguendo i dettami di Giovanni XXIII secondo i quali egli “lasciava ad altri qualsiasi commento o giudizio” sull’origine soprannaturale del contenuto del “plico Capovilla”, tuttora non pubblicato – Papa Benedetto XVI stia adesso cercando di curare la piaga dell’apostasia, predetta dalle parole della Vergine che accompagnano la visione silenziosa del “Vescovo vestito di bianco”?
E che dire dell’osservazione che Antonio Socci fa nel suo libro sul Terzo Segreto, cioè che “Papa Benedetto XVI ha indicato sembra aver dato al suo pontificato l’orizzonte del martirio” proprio “il martirio come suo ‘programma pastorale’’”? Ne Il quarto segreto di Fatima, Socci ha fatto notare che durante la Messa per il suo “insediamento” come Pontefice – la Chiesa del “nuovo orientamento” si rifiuta infatti di chiamarla incoronazione, come invece aveva da sempre fatto la Tradizione – il nuovo Papa ha dichiarato che “Chi crede, non è mai solo - non lo è nella vita e neanche nella morte,” e ha poi fatto riferimento al pericolo della morte, che anche il Papa deve affrontare:
Cari amici – in questo momento io posso dire soltanto: pregate per me, perché io impari sempre più ad amare il Signore. Pregate per me, perché io impari ad amare sempre più il Suo gregge – voi, la Santa Chiesa, ciascuno di voi singolarmente e voi tutti insieme. Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi…
È quindi il Papa in persona ad ammettere d’essere circondato dai lupi! E questo dopo quarant’anni d’inutile “dialogo col mondo,” che avrebbe dovuto rendere la Chiesa più attraente e comprensibile per “l’uomo contemporaneo”. Come ha scritto Socci, il Papa ha spesso ribadito il concetto che “si può solamentesolo ‘fuggire’ oppure affrontare il martirio”, e che “sin dall’inizio, in sostanza, Benedetto sembra aver dato al suo pontificato l’orizzonte del martirio.” Socci ha anche affermato che durante il concistoro del 24 marzo 2006, nel quale aveva creato molti nuovi Cardinali, il Papa aveva ricordato ai nuovi porporati che il rosso che essi indossano: “significherà per voi una più intensa partecipazione al mistero della Croce nella condivisione delle sofferenze di Cristo. E noi tutti siamo realmente testimoni delle sue sofferenze oggi, nel mondo e anche nella Chiesa.”
Due giorni dopo, durante l’Angelus del 26 marzo, il Papa disse che: “La fedeltà a questa missione fino al Il Sacrificio della vita è un carattere distintivo dei Cardinali, come attesta il loro giuramento e come è simboleggiato dalla porpora, che ha il colore del sangue.” Inoltre, il 7 maggio 2006, durante una Messa per l’ordinazione di quindici diaconi per la diocesi di Roma, il Papa ha attaccato il “carrierismo” nella Chiesa, ricordando agli ordinandi che “l’unica ascesa legittima verso il ministero del pastore è la Croce… il pastore dà la sua vita per le pecore… Donare la vita, non prenderla. È proprio così che facciamo l’esperienza della libertà.”
Socci ha collegato le dichiarazioni di Benedetto sul martirio, alle parole pronunciate da Giovanni Paolo II a Fulda, nel novembre 1980, sei mesi prima di subire il tentato omicidio. In quell’occasione il Papa, parlando del Terzo Segreto, affermò: “Dobbiamo ben essere pronti a vicine grandi prove, che potranno richiedere anche il sacrificio della nostra vita…” Da queste parole Socci è giunto alla conclusione condivisa anche da chi scrive, e cioè che il Terzo Segreto predice, tra le altre cose, il martirio di un Papa all’interno di uno scenario apocalittico:
Benedetto XVI non ha spiegato il motivo della sua continua e accorata meditazione sul martirio, sulla necessità di essere pronti a dare la vita, ma obiettivamente – rileggendo questi interventi del suo primo anno di pontificato – non si può evitare di ricordare il testo della più clamorosa profezia pubblica di questi duemila anni di cristianesimo, ufficializzata dalla Chiesa, il cosiddetto Terzo Segreto di Fatima che contiene appunto la visione di un papa che “ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati […] e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni.”
È evidente che l’evento apocalittico qui profetizzato, con tale solennità, dalla Madonna di Fatima ha una gravità assolutamente unica nella storia (del mondo e) della Chiesa, dove pure non sono mancate persecuzioni, massacri immensi e anche attentati alla vita dei Papi.494
Tuttavia, conclude Socci dopo i passaggi che abbiamo appena citato, la Chiesa ed il mondo sono stati privati delle parole con cui la Madonna spiegava come mai quel Papa, mostrato nella visione, salisse sulla collina e venisse ucciso ai piedi di una croce, tra le rovine di una città semi distrutta e piena di cadaveri. Il Papa ha sicuramente letto quelle parole, anche se sembra considerarsi obbligato al silenzio dalla determinazione dei suoi predecessori e dei suoi consiglieri sul fatto che le parole debbano essere tenute nascoste ai fedeli. Questo spiegherebbe come mai il Papa abbia mandato una lettera di ringraziamento a Socci, per un libro che accusava apertamente l’apparato Vaticano d’aver occultato alla Chiesa e al mondo i funesti avvertimenti pronunciati dalla Madre di Dio.
Malgrado sia motivato dalla sua conoscenza del Segreto e dai suoi avvertimenti sui “pericoli che minacciano la fede e la vita del Cristiano, e pertanto del mondo” (le parole del Cardinale Ratzinger pronunciate nel 1984), le iniziative di Papa Benedetto verso una restaurazione della Chiesa e le sue allusioni al martirio non sono tuttavia riuscite a porre fine alla crisi che sta colpendo la Chiesa e l’umanità. Al contrario, la situazione sembra peggiorare di giorno in giorno. Malgrado il nuovo orientamento della Chiesa sia un fallimento disastroso sotto tutti gli aspetti, che non ha prodotto nient’altro che frutti marci, i membri dell’apparato Vaticano che perseguitano Padre Gruner continuano a sostenere un simile orientamento in modo incessante. Se fosse per loro non vi sarebbe alcun ritorno al “modello” di Chiesa rappresentato dal Messaggio di Fatima. Non vi sarebbe alcuna “imbarazzante” consacrazione pubblica della Russia. Non vi sarebbe nessuna “datata” conversione della Russia alla Fede Cattolica. Non vi sarebbe nessun trionfo del Cuore Immacolato, perché questo potrebbe mettere a rischio “il dialogo ecumenico” con i Protestanti e gli Ortodossi, e perché costituirebbe un problema per i progetti massonici di trasformare la Chiesa Cattolica in un loro strumento, distogliendola dal suo scopo originario, la salvezza delle anime, per portarla a promuovere l’unica religione mondiale sotto il Nuovo Ordine Mondiale – e questo con la scusa della democrazia, che in realtà giustifica qualsiasi cosa decidano i padroni del Nuovo Ordine Mondiale. La Russia, quindi, non è affatto convertita e non v’è pace nel mondo, mentre la Chiesa Cattolica rimane in uno stato confusionale quasi assoluto – proprio come aveva predetto il Terzo Segreto
Tutto attorno a loro – nella Chiesa, in Russia e nel mondo intero – i promotori della Linea del Partito su Fatima del Segretario di Stato, assistono ogni giorno al suo fallimento. Tuttavia, il successore di Sodano, il Cardinal Bertone, insieme ai suoi collaboratori e le loro marionette revisioniste sparse in tutta la Chiesa, continuano ad insistere che la Russia è stata consacrata 25 anni fa al Cuore Immacolato, che i recenti eventi in Russia sono “miracolosi”, che il Terzo Segreto e il Messaggio di Fatima ormai “appartengono al passato” e non ci riguardano più. A quanto pare neanche il Papa riesce a sbarazzarsi della burocrazia Vaticana, che continua a intrappolare la Chiesa nelle reti della diplomazia, del “dialogo” e della cooperazione con i poteri secolari ed il loro sempre più diabolico Nuovo Ordine Mondiale.
Nel frattempo, Cattolici come Padre Gruner, che continuano invece ad affermare l’ovvio, vengono ingiustamente derisi e sottoposti all’equivalente delle purghe Staliniste, per via della loro mancanza di fedeltà alla Linea del Partito. Vengono definiti “disobbedienti”, “scismatici”, e viene posta in dubbio la loro “lealtà verso il Papa”, malgrado né Giovanni Paolo II né Benedetto XVI abbiano mai sostenuto o imposto personalmente la Linea del Partito su Fatima; al contrario, questi due Papi hanno semmai fornito indicazioni evidenti della falsità di quella Linea, come abbiamo già dimostrato: Giovanni Paolo II, rendendo chiaro che la Madonna sta “ancora aspettando” la Consacrazione della Russia; e Benedetto XVI, il 13 maggio 2009, nell’anniversario della prima apparizione di Fatima, dichiarando: “Tu hai promesso ai tre bambini di Fatima ‘alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà’. Che così avvenga!” Che questo non sia ancora avvenuto non può essere negato da nessuna persona obiettiva al mondo.
Padre Paul Kramer
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