Le vite di Gesù e di Maria erano una sola: questo è ciò che la distingueva agli occhi di Gesù
“… Anche la mia cara Mamma non faceva nulla di straordinario nella sua vita esterna, anzi, fece meno apparentemente di qualche altro. Lei si abbassava alle azioni più ordinarie della vita, filava, cuciva, scopava, accendeva il fuoco… Chi mai avrebbe pensato che Lei era la Madre di un Dio? Le sue azioni esterne nulla additavano di ciò. E quando Mi portò nel suo seno, contenendo in sé il Verbo Eterno, ogni suo moto, ogni azione umana riscuoteva adorazione da tutto il creato. Da Lei usciva la vita e la conservazione di tutte le creature; il sole pendeva da Lei e aspettava la conservazione della sua luce e del suo calore; la terra, lo svolgimento della vita delle piante… Tutto si aggirava intorno a Lei, cieli e terra stavano ai suoi cenni; eppure, chi vedeva nulla? Nessuno.
Tutta la sua grandezza, potenza e santità, i mari immensi di beni che da Lei uscivano, dal suo interno, ogni suo palpito, respiro, pensiero, parola, erano uno sbocco nel suo Creatore. Tra Lei e Dio erano continue correnti che riceveva e dava. Nulla usciva fuori che non ferisse il suo Creatore e in cui non restasse ferita da Lui. Queste correnti la ingrandivano, la innalzavano, le facevano superare tutto, ma nessuno vedeva nulla. Solo Io, suo Dio e figlio, ero a giorno di tutto. Tra Me e la Mamma mia correva tale corrente, che il suo palpito correva nel mio ed il mio correva nel suo, sicché Lei viveva del mio palpito eterno ed Io del suo palpito materno; onde le nostre vite erano scambiate insieme, ed era proprio questo che innanzi a Me la faceva distinguere che era la mia Mamma. Le azioni esterne non Mi appagano né Mi piacciono, se non partono da un interno di cui Io ne formi la vita. Ora, qual è dunque la tua meraviglia, che la tua vita esterna è tutta ordinaria? Io sono solito di coprire con le cose più ordinarie le mie opere più grandi, affinché nessuno Me le additi ed Io resti più libero di operare, e quando tutto ho compiuto faccio delle sorprese e le manifesto a tutti, facendo tutti stupire…” (14°, 16-3-1922)
a cura di P. Pablo Martín
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