martedì 21 settembre 2021

L'IMMORTALITA' DELL'ANIMA

 


Contro il naturalismo peripatetico: Immortalità e pensiero (1, 1-6, 11). 


Contro Stratone: Immortalità e puro pensiero. 

. 1. Se la disciplina ha un suo dove essere e può essere soltanto in  un soggetto vivente, se inoltre la disciplina è per sempre, ed anche  il soggetto, in cui qualche cosa è per sempre, è indefettibile, il  soggetto, in cui disciplina esiste, vive per sempre. Egualmente, se  siamo noi che formuliamo ragionamenti, cioè il nostro essere  pensante, e non può formularli secondo logicità senza la disciplina,  se inoltre non si concepisce essere pensante se non mediante la  disciplina, considerazione a parte per quello in cui non v'è  disciplina, esiste nello spirito dell'uomo la disciplina. Dunque la  disciplina ha un suo dove essere. È reale infatti ed è impossibile che  un essere reale non abbia un suo dove essere. Allo stesso modo la  disciplina può essere soltanto in un soggetto vivente. È assurdo  infatti che chi non vive apprenda a conoscere e la disciplina non  può essere in chi non apprende a conoscere. Allo stesso modo la  disciplina è per sempre. È infatti necessario che un esistente che  non soggiace al divenire sia per sempre ed è innegabile che esista  la disciplina. Chi ammette appunto l'impossibilità che il diametro  non sia la linea più lunga di tutte le altre che non passano per il  centro della circonferenza e riconosce che questo enunciato  appartiene ad una determinata disciplina, non può negare la non  soggezione al divenire della disciplina. Allo stesso modo è  impossibile che un soggetto, in cui qualche cosa esiste per sempre,  possa cessare. È assurdo infatti che un essere che è per sempre si  separi dal soggetto in cui esiste per sempre. Quando noi  formuliamo ragionamenti, è il nostro spirito che li formula. E può  farlo soltanto l'essere che è capace di pensiero. L'essere sensibile dunque non pensa e non pensa il soggetto pensante per la  mediazione del sensibile, poiché quando tende all'atto del pensiero  trascende il sensibile. Infatti l'oggetto del pensiero è sempre il  medesimo; al contrario non v'è cosa del mondo sensibile che sia  sempre la medesima. Quindi non può aiutare lo spirito nel suo  muoversi all'atto del pensiero. È già molto che non lo impedisca.  Allo stesso modo non si possono formulare ragionamenti secondo  logicità se non mediante la disciplina. Il ragionamento è appunto  atto del pensiero che da conoscenze oggettive tende all'esame di  conoscenze non oggettive. Ora per il soggetto pensante non c'è  oggettività del non pensato. Ma il soggetto pensante ha in sé  l'oggetto di puro pensiero e il puro pensiero non ha altro oggetto da  quello che è di competenza di qualche disciplina. Disciplina è  appunto pensiero puro di determinati oggetti. Quindi lo spirito  umano vive per sempre. 

Sant'Agostino

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