Contro il naturalismo peripatetico: Immortalità e pensiero (1, 1-6, 11).
Contro Stratone: Immortalità e puro pensiero.
. 1. Se la disciplina ha un suo dove essere e può essere soltanto in un soggetto vivente, se inoltre la disciplina è per sempre, ed anche il soggetto, in cui qualche cosa è per sempre, è indefettibile, il soggetto, in cui disciplina esiste, vive per sempre. Egualmente, se siamo noi che formuliamo ragionamenti, cioè il nostro essere pensante, e non può formularli secondo logicità senza la disciplina, se inoltre non si concepisce essere pensante se non mediante la disciplina, considerazione a parte per quello in cui non v'è disciplina, esiste nello spirito dell'uomo la disciplina. Dunque la disciplina ha un suo dove essere. È reale infatti ed è impossibile che un essere reale non abbia un suo dove essere. Allo stesso modo la disciplina può essere soltanto in un soggetto vivente. È assurdo infatti che chi non vive apprenda a conoscere e la disciplina non può essere in chi non apprende a conoscere. Allo stesso modo la disciplina è per sempre. È infatti necessario che un esistente che non soggiace al divenire sia per sempre ed è innegabile che esista la disciplina. Chi ammette appunto l'impossibilità che il diametro non sia la linea più lunga di tutte le altre che non passano per il centro della circonferenza e riconosce che questo enunciato appartiene ad una determinata disciplina, non può negare la non soggezione al divenire della disciplina. Allo stesso modo è impossibile che un soggetto, in cui qualche cosa esiste per sempre, possa cessare. È assurdo infatti che un essere che è per sempre si separi dal soggetto in cui esiste per sempre. Quando noi formuliamo ragionamenti, è il nostro spirito che li formula. E può farlo soltanto l'essere che è capace di pensiero. L'essere sensibile dunque non pensa e non pensa il soggetto pensante per la mediazione del sensibile, poiché quando tende all'atto del pensiero trascende il sensibile. Infatti l'oggetto del pensiero è sempre il medesimo; al contrario non v'è cosa del mondo sensibile che sia sempre la medesima. Quindi non può aiutare lo spirito nel suo muoversi all'atto del pensiero. È già molto che non lo impedisca. Allo stesso modo non si possono formulare ragionamenti secondo logicità se non mediante la disciplina. Il ragionamento è appunto atto del pensiero che da conoscenze oggettive tende all'esame di conoscenze non oggettive. Ora per il soggetto pensante non c'è oggettività del non pensato. Ma il soggetto pensante ha in sé l'oggetto di puro pensiero e il puro pensiero non ha altro oggetto da quello che è di competenza di qualche disciplina. Disciplina è appunto pensiero puro di determinati oggetti. Quindi lo spirito umano vive per sempre.
Sant'Agostino
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