martedì 9 novembre 2021

LA VERGINE MARIA - L’Incarnazione del Verbo. La collaborazione di Maria con la Santissima. Trinità

 


L’Incarnazione del Verbo. La collaborazione di Maria con la Santissima. Trinità

 “Figlia diletta mia, se il Concepimento della mia Celeste Mamma fu prodigioso e fu concepita nel  mare che uscì dalle Tre Divine Persone, il mio Concepimento non fu nel mare che uscì da Noi, ma nel  gran mare che risiedeva in Noi, la nostra stessa Divinità, che scendeva nel seno verginale di questa  Vergine, e restai concepito. È vero che si dice che il Verbo restò concepito, ma il mio Celeste Padre e lo  Spirito Santo erano inseparabili da Me. È vero che Io ebbi la parte agente, ma Loro la ebbero  concorrente. Immaginati due riflettori, di cui uno riflette nell’altro lo stesso soggetto. Questi soggetti  sono tre: quello di mezzo prende la parte operante, sofferente, supplicante; gli altri due vi stanno  insieme, vi concorrono e sono spettatori. Sicché potrei dire che dei due riflettori uno era la Trinità  Sacrosanta e l’altro la mia cara Mamma.  

Lei, nel breve corso della sua vita, col vivere sempre nel mio Volere Mi preparò nel suo verginal  seno il piccolo terreno divino dove Io, Verbo Eterno, dovevo vestirmi di umana carne, perché mai sarei  disceso dentro di un terreno umano. E riflettendo la Trinità in Lei, restai concepito. Onde mentre quella  stessa Trinità restava in Cielo, Io restavo concepito nel seno di questa nobile Regina. Tutte le altre  cose, per quanto siano grandi, nobili, sublimi, prodigiose, anche lo stesso Concepimento della Vergine  Regina, tutte restano dietro; non c’è cosa che possa paragonarsi, né amore, né grandezza, né potenza, al mio Concepimento. Qui non si tratta di formare una vita, ma di rinchiudere la Vita che dà vita a tutti  non di allargarmi, ma di restringermi, per potermi far concepire, non per ricevere, ma per dare… Chi ha  creato tutto, per rinchiudersi in una creata e piccolissima Umanità! Queste sono opere solo di un Dio e  di un Dio che ama, che a qualunque costo vuole legare col suo Amore la creatura per farsi amare.  

Ma questo è un bel nulla ancora. Sai tu dove sfolgorò tutto il mio Amore, tutta la mia Potenza e  Sapienza? Non appena la Potenza Divina formò questa piccolissima Umanità, tanto piccola che potrebbe paragonarsi alla grossezza di una nocella,1  ma con le membra tutte proporzionate e formate,2 e  il Verbo restò concepito in Essa. L’immensità della mia Volontà, racchiudendo tutte le creature passate, presenti e future, concepì in Essa tutte le vite delle creature e, come cresceva la mia, così crescevano loro in Me. Sicché, mentre apparentemente parevo solo, visto col microscopio della mia Volontà  si vedevano concepite tutte le creature. Succedeva di Me come quando si vedono acque cristalline, che  mentre compariscono chiare, viste col microscopio, quanti microbi non si vedono?  

Il mio Concepimento fu tale e tanto grande, che la gran ruota dell’Eternità restò colpita ed estatica,  nel vedere gli innumerevoli eccessi del mio Amore e tutti i prodigi uniti insieme. Tutta la mole dell’Universo restò scossa nel vedere rinchiudersi Colui che dà vita a tutto, restringersi, impiccolirsi,  rinchiudere tutto…, per fare che cosa? Per prendere le vite di tutti e far rinascere tutti”. (15°,16-12-1922) 

 scritti di Luisa Piccarreta

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