lunedì 8 novembre 2021

«Chi si riduce all’ultimo momento per procurarsi l’olio della Fede e il lucignolo robusto della buona volontà, incorre nel pericolo di rimanere fuori quando giunge lo Sposo».

 


Dice Gesù: 

«… Ed ora sentite il sermone chiuso nella parabola.  

Vi ho detto al principio che il Regno dei Cieli è la casa degli sponsali compiuti fra Dio e le anime. Alle nozze  celesti sono chiamati tutti i fedeli, perché Dio ama tutti i suoi figli. Chi prima, chi poi, si trova al momento degli  sponsali, e l'esservi arrivati è gran sorte. Ma ora udite ancora. Voi sapete come le fanciulle reputino onore e fortuna  esser chiamate ad ancelle intorno alla sposa. Applichiamo al nostro caso i personaggi e capirete meglio.  

Lo sposo è Dio. La sposa, l'anima di un giusto che, superato il periodo del fidanzamento nella casa  del Padre, ossia nella tutela e ubbidienza della e alla dottrina di Dio, vivendo secondo giustizia, viene  portata nella casa dello Sposo per le nozze. Le ancelle-vergini sono le anime dei fedeli che, per l'esempio  lasciato dalla sposa - essere stata scelta dallo Sposo per le sue virtù è segno che costei era un esempio vivo  di santità - cercano di giungere allo stesso onore, santificandosi.  

Sono in veste bianca, netta e fresca, in bianchi veli, coronate di fiori. Hanno lampade accese in mano.  Le lampade sono ben pulite, dal lucignolo nutrito di olio del più puro perché non sia maleodorante.  

In veste bianca. La giustizia fermamente praticata dà candida veste e presto verrà il giorno che  candidissima sarà, senza neppur più il lontano ricordo di macchia, di un candore supernaturale, di un  candore angelico.  

In veste netta. Occorre con l'umiltà tenere sempre netta la veste. Tanto facile è offuscare la purezza  del cuore. E chi non è mondo di cuore non può vedere Dio. L'umiltà è come acqua che lava. L'umile si  accorge subito, perché ha occhio non offuscato da fumi di orgoglio, di essersi offuscata la veste e corre  dal suo Signore e dice: "Ho levato la nettezza a questo mio cuore. Io piango per mondarmi, ai tuoi piedi  piango. E tu, mio Sole, imbianca dei tuoi benigni perdoni, dei tuoi paterni amori, la veste mia!  

In veste fresca. Oh! la freschezza del cuore! I bambini l'hanno per dono di Dio. I giusti l'hanno per  dono di Dio e volontà propria. I santi l'hanno per dono di Dio e per volontà portata all'eroismo. Ma i  peccatori, dall'anima lacerata, bruciata, avvelenata, insozzata, non potranno allora mai più avere una veste  fresca? Oh! sì che la possono avere. Cominciano ad averla dal momento che si guardano con ribrezzo,  l'aumentano quando decidono di cambiare vita, la perfezionano quando con la penitenza si lavano, si disintossicano, si medicano, si ricompongono la loro povera anima; e con l'aiuto di Dio, che non nega  soccorso a chi gli chiede santo aiuto, e con la volontà propria, portata al supereroismo - perché in loro  non necessita di tutelare ciò che hanno, ma di ricostruire ciò che loro hanno abbattuto, perciò doppia e  tripla e settupla fatica - e infine con una penitenza instancabile, implacabile verso l'io che fu peccatore,  riportano la loro anima ad una nuova freschezza d'infanzia, fatta preziosa dall'esperienza che li fa maestri  di altri che sono come erano loro un tempo, ossia peccatori.  

In bianchi veli. L'umiltà! Io ho detto: "Quando pregate o fate penitenza, fate che il mondo non se ne  avveda". Nei libri sapienziali è detto: "Non è bene svelare il segreto del Re". L'umiltà è il velo candido  messo a difesa sul bene che si fa e sul bene che Dio ci concede. Non gloria per l'amore di privilegio che  Dio concede, non stolta gloria umana. Il dono verrebbe subito ritolto. Ma interno canto del cuore al suo  Dio: "L'anima mia ti magnifica, o Signore... perché Tu hai rivolto il tuo sguardo alla bassezza della tua  serva». 

Gesù ha una breve sosta e getta uno sguardo verso sua Madre, che avvampa sotto il suo velo e si china  tutta, come per ravviare i capelli del bambino che è seduto ai suoi piedi, ma in realtà per celare il suo  commosso ricordo...  

«Coronata di fiori. L'anima deve intessersi la sua quotidiana ghirlanda di atti virtuosi, perché al cospetto  dell'Altissimo non devono stare cose vizze, né si deve stare in aspetto sciatto. Quotidiana, ho detto.  Perché l'anima non sa quando Dio-Sposo può apparire per dire: "Vieni". Perciò non stancarsi mai di  rinnovare la corona. Non abbiate paura. I fiori avvizziscono. Ma i fiori delle corone virtuose non  avvizziscono. L'angelo di Dio, che ogni uomo ha al suo fianco, le raccoglie queste ghirlande quotidiane e  le porta in Cielo. E là faranno da trono al novello beato quando entrerà come sposa nella casa nuziale.   Hanno le lampade accese. È per onorare lo Sposo e per guidarsi nella via. Come è fulgida la fede, e che  dolce amica ella è! Fa una fiamma raggiante come una stella, una fiamma che ride perché è sicura nella sua  certezza, una fiamma che rende luminoso anche lo strumento che la regge. Anche la carne dell'uomo nutrito  di fede pare, fin da questa terra, farsi più luminosa e spirituale, immune da precoce appassimento. Perché  chi crede si regge sulle parole e sui comandi di Dio per giungere a possedere Dio, suo fine, e perciò fugge  ogni corruzione, non ha turbamenti, paure, rimorsi, non è obbligato ad uno sforzo per ricordarsi le sue  menzogne o per nascondere le sue male azioni, e si conserva bello e giovane della bella incorruzione del  santo. Una carne e un sangue, una mente e un cuore puliti da ogni lussuria per contenere l'olio della fede,  per dare luce senza fumo. Una costante volontà per nutrire sempre questa luce. La vita di ogni giorno, con  le sue delusioni, constatazioni, contatti, tentazioni, attriti, tende a sminuire la fede. No! Non deve avvenire.  Andate giornalmente alle fonti dell'olio soave, dell'olio sapienziale, dell'olio di Dio. Lampada poco nutrita  può essere spenta dal minimo vento, può essere spenta dalla pesante guazza della notte. La notte... L'ora  delle tenebre, del peccato, della tentazione viene per tutti. E la notte per l'anima. Ma se questa ha se stessa  colma di fede, non può la fiamma essere spenta dal vento del mondo, dal caligo delle sensualità.  

Infine vigilanza, vigilanza, vigilanza. Chi imprudente si fida dicendo: "Oh! Dio verrà in tempo, mentre ho  ancora luce in me", chi si induce a dormire in luogo di vegliare, e dormire sprovvisto di quanto necessita per  sorgere sollecito alla prima chiamata, chi si riduce all'ultimo momento per procurarsi l'olio della fede o il  lucignolo robusto della buona volontà, incorre nel pericolo di rimanere fuori quando giunge lo Sposo. Vegliate  dunque con prudenza, con costanza, con purezza, con fiducia per essere sempre pronti alla chiamata di Dio,  perché in realtà non sapete quando Esso verrà…» 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

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