lunedì 1 aprile 2024

L'ULTIMA BATTAGLIA - IMPADRONIRSI DELLA STAMPA

 


IL PROGETTO EBRAICO


« Per dirigere l'opinione pubblica dobbiamo impadronirci della stampa. A tale scopo bisogna penetrare nelle direzioni e nelle redazioni dei vari giornali, fare giornali propri, creare agenzie di stampa. 

Queste agenzie allora saranno interamente nelle nostre mani e non pubblicheranno se non quello che noi loro prescriveremo. 

Se già ora noi abbiamo il controllo della mente delle nazioni cristiane, a tal punto che quasi tutti giudicano gli avvenimenti mondiali attraverso le lenti colorate degli occhiali che noi mettiamo sui loro occhi; se già da ora nulla ci impedisce di conoscere i segreti di Stato, come stupidamente li chiamano i cristiani, che cosa sarà quando noi saremo i padroni riconosciuti dell'universo nella persona del nostro Re Universale? 

Tutti i giornali pubblicati da noi avranno, solo in apparenza, tendenze e opinioni fra loro opposte fino all'estremo: questo ispirerà fiducia e attirerà ad essi i nostri avversari senza alcun loro sospetto: essi cadranno nella trappola e saranno resi inoffensivi. 

I nostri giornali dovranno essere di ogni tendenza: aristocratici, repubblicani, rivoluzionari, anarchici; naturalmente tutto questo finché ci saranno le varie costituzioni. 

Essi avranno come il dio indiano Visnú centinaia di mani, ciascuna delle quali accelererà il cambiamento della società. 

Queste mani condurranno l'opinione pubblica nel senso da noi voluto, perché un uomo troppo agitato perde la facoltà di ragionare e cede facilmente alla suggestione. Gli ignoranti che crederanno di ripetere l'opinione del giornale del loro partito, ripeteranno invece e faranno propria la nostra opinione oppure quella che ci piacerà che sia creduta. 

Così potremo calmare o eccitare le menti nelle questioni politiche, persuaderle e confonderle stampando tanto notizie vere quanto notizie false, confermando i fatti o smentendoli, secondo l'impressione che fanno sul pubblico. Esploreremo sempre bene il terreno prima di mettervi il piede sopra» (p. 82-83, 84-85, 86-87). 

Padre Ildebrando A. Santangelo (Servo di Dio)

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