giovedì 10 agosto 2023

LA VERGINITA' DI MARIA, OGGI - INFLUSSO DEGLI ACATTOLICI SUI CATTOLICI

 


INFLUSSO DEGLI ACATTOLICI SUI CATTOLICI 

 

Le idee espresse da Campenhausen, da Dibelius e da Bultmann hanno esercitato un influsso nefasto sopra alcuni cattolici "progressisti ". Per questo la S. Congregazione per la Dottrina della Fede, in una Lettera in data 14 luglio 1966, tra i punti ai quali chiedeva alle Conferenze Episcopali delle varie nazioni una risposta intorno agli "errori" che circolano nei vari paesi, elencava anche quello della "concezione verginale" di Cristo, ridotta - secondo la suddetta Lettera - a "fatto puramente naturale". È nota la risposta data a tale domanda dall'Episcopato Olandese: 

"Per quanto concerne la concezione verginale di Cristo da Maria si deve stabilire anzitutto che tutti coloro che accettano il significato singolare e unico di salvezza di Gesù, ne vedono un'espressione nei racconti dell'Annunciazione di Luca 1 e Matteo 1. Questi difatti devono essere valutati anzitutto come una confessione di Cristo da parte della novella Chiesa, come anche l'articolo del simbolo apostolico "che è concepito dallo Spirito Santo, nato da Maria Vergine". 

"Ora però c'è diversità di idee sulla questione se si tratti di un racconto oppure di un avvenimento nel corpo di Maria; in altre parole cioè se questo racconto e l'articolo di fede corrispondente debba essere compreso metaforicamente o letteralmente. 

"Benché sia significativo che i racconti così differenti di Mt. e Lc. sull'infanzia descrivono ciascuno nel proprio modo la nascita verginale di Cristo, questa tradizione non sembra però farsi strada in tutto il Nuovo Testamento. In favore di una interpretazione letterale dei racconti si ha il fatto che le genealogie di Gesù evitano di nominare Giuseppe padre di Gesù (Mt. 1, 16; Lc. 3, 23); contro di essa si sa che la paternità di Giuseppe è espressa altrove senza riserva anche se sempre sulla bocca di altri e non dell'evangelista (Lc. 2, 48; 4, 22 contro Mc. 6, 3; Gv. 1, 45; 6, 42). Ciò che restava indeciso dentro la tradizione biblica e non del tutto deciso anche nella tradizione post-biblica. È vero che nei testi liturgici e dogmatici Maria viene quasi sempre designata come vergine e spesse volte come "sempre vergine" ma mai è stato definito con la pienezza del Magistero se questo termine "vergine" debba essere compreso letteralmente. Certo, il Concilio Lateranense del 649 si è pronunciato in questo senso (Denz. Schon. 503. Denz. 256), ma questo era un Concilio provinciale, non universale. Anche in una bolla di Papa Paolo IV del 1555 (Denz. Schòn. 1880; Denz. 993) il senso letterale, insieme ad altri punti dottrinali, viene difeso contro gli Unitari, ma questo è detto di passaggio, non nella forma di una risposta diretta ad una controversia. Ovviamente non si può trascurare il magistero ordinario, ma si richiede uno studio più preciso per sapere se esso si pronunzi anche in modo diretto in favore della interpretazione letterale della concezione verginale" (cfr. "Il Regno", Documentazione Cattolica 1968, n. 6, p. 105). 

P. GABRIELE M. ROSCHINI O.S.M. 


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